Il 2013 è stato un anno negativo per le piccole e medie imprese che si sono rivolte agli istituti di credito per ottenere un finanziamento.
I dati, a questo proposito, parlano chiaro: durante l’anno appena trascorso, i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti del 5,2%, che corrisponde a circa 50,2 miliardi di euro, mentre le sofferenze bancarie, cioè le situazioni di insolvenza, di mancata restituzione dei prestiti, sono cresciute del 24,9%.
La Cgia, alla luce di questi risultati, ha constatato che i rapporti tra banche ed imprese, soprattutto quando si tratta di pmi, sono diventati sempre più difficoltosi, tanto da far sentire abbandonati al loro destino i piccoli imprenditori.
Inoltre, a confermare questa triste tendenza, c’è anche un altro dato, quello riguardante i prestiti alle grandi aziende: in questo caso, infatti, i finanziamenti erogati sono cresciuti sia di numero sia di importo.
E’ evidente, dunque, che i grandi gruppi industriali sono stati favoriti, lasciando ai margini quelle pmi che, invece, rappresentano il tessuto economico italiano.
Un’altra incongruenza in questa filosofia adottata dagli istituti di credito emerge dal fatto che l’erogazione dei finanziamenti non è stata determinata da una maggiore solidità finanziaria manifestata dalle grandi imprese, perché il 78,8% delle sofferenze va ascritto proprio a loro.
Anche nell’applicazione del tasso di interesse sono stati applicati due pesi e due misure: 5,12% per le Pmi,, 4,36% per le grandi società.
C’è solo da augurarsi che nel 2014 si decida di cambiare rotta.
Vera MORETTI
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