Pos per i professionisti, chi ci guadagna? Ovvio, le banche!

Voci più o meno attendibili, a dire il vero già da diversi mesi, parlano di una timida ripresa economica che dovrebbe portarci a fine anno fuori dal pantano della più grande crisi che il mondo contemporaneo abbia mai conosciuto. Oltre alle (devastanti) conseguenze economiche, la crisi ha mutato il modo di pensare degli italiani, ha modificato usi e talvolta consuetudini dei cittadini del nostro Paese, consolidando nelle coscienze pensieri assopiti o raramente manifestati. Per esempio l’odio verso le lobby,  l’aggressività (molto spesso condivisibile) verso i tanti, troppi, tipi di “caste” che popolano i confini nazionali e soprattutto il rancore, cresciuto proporzionalmente alla sofferenza economica degli ultimi anni, verso le banche.

L’obbligatorietà dell’uso del Pos (Point of sales) presso gli studi professionali e le imprese dall’1 luglio prossimo, per tutte le transizioni superiori a 30 euro, con il pretesto della lotta all’evasione fiscale, di certo non contribuisce a rendere meno pesante il clima di sfiducia verso gli istituti di credito. A questo punto un rapido calcolo ci pare doveroso. Il costo del POS, solo per il solo noleggio, varia dai 10 ai 30 euro al mese a seconda delle funzionalità e se lo moltiplicato per i 325.000 professionisti (in questo caso sommando solo avvocati e commercialisti) calcolati in base agli ultimi dati del 2012, otteniamo una cifra pari 39.000.000 di euro annuali nel caso più fortunato di un costo mensile di 10 euro, 78.000.000 nel caso di un costo mensile di 20 euro per il noleggio e di 117.000.000 nel caso di un costo massimo di 30 euro mensili per il noleggio del Pos.

Insomma, vi sembrano cifre abbastanza ragguardevoli? Tenete conto che non abbiamo calcolato neppure la commissione che ogni banca percepisce ad ogni transazione…

Jacopo MARCHESANO