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Cifre da record per l’export del cibo Made in Italy

Nessuna crisi per il cibo Made in Italy, che, soprattutto quando si tratta di esportazione, non conosce rivali.

Coldiretti, con un’indagine condotta da Istat, ha reso noto, infatti, che i prodotti agroalimentari italiani hanno raggiunto, nell’anno appena trascorso, la quota record di 33 miliardi di euro.

La maggior parte dei prodotti nostrani partono alla volta dei Paesi dell’Unione Europea, per un valore stimato di 22,5 miliardi (+5%), ma anche negli Stati Uniti le vendite sono andate benissimo, con 2,9 miliardi (+6 per cento), così come nei mercati asiatici (+8 per cento, 2,8 miliardi) e in quelli africani dove si è avuto un incremento del 12 per cento, arrivando a quota 1,1 miliardi.

I risultati migliori arrivano però dall’Oceania, dove, nonostante l’importo contenuto, le esportazioni sono aumentate del 13%.

Tra i settori che piacciono di più c’è il vino, con 5,1 miliardi, pari a +8%, seguito da ortofrutta fresca (4,5 miliardi di euro), che cresce del 6%, mentre l’olio che fa segnare un +10% che porta il valore complessivo a 1,3 miliardi.
Aumenta pure la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,2 miliardi (+4% ).

Per quanto riguarda il vino, piace anche ai principali concorrenti, come la Francia, dove gli acquisti sono cresciuti dell’11%, Stati Uniti (+8%), Australia (+21%) e nel Cile (+66%).
Lo spumante si afferma in Cina (+101%) ma anche in Gran Bretagna (+50%) e in Russia (+31%), mentre la birra ha registrato forti incrementi nei paesi nordici, a cominciare dalla Germania (+66%), la Svezia (+19%), e l’Olanda (+9%).

Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, ha dichiarato: “Il record fatto registrare dall’export è il frutto del lavoro di un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee. Ora occorre che questo patrimonio sia difeso, portando sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dando completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”.

Vera MORETTI

redazione1

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