Delega fiscale, i punti salienti

Delega fiscale, i punti salienti

Sono in molti coloro tra gli operatori in ambito fiscale e tributario che sono a dir poco scettici di fronte alla delega fiscale licenziata la scorsa settimana dalla Camera. Apparentemente un percorso senza ostacoli: 309 sì, 99 astenuti, nessun voto contrario. Eppure se ne sono viste talmente tante negli ultimi anni che un minimo di cautela è d’obbligo.

Sia come sia, vediamo per punti quali sono i contenuti più qualificanti della delega fiscale approvata dalla Camera e diventata legge.

OBIETTIVI. Riduzione della pressione tributaria sui contribuenti, nel rispetto del principio di equità – compatibilmente con il rispetto dell’art.81 della Costituzione – nonché degli obiettivi di equilibrio di bilancio e di riduzione del rapporto tra debito e Pil stabiliti in sede europea.

PROCESSO TRIBUTARIO. Vengono recepiti i principi indicati dal Cnel per la riforma dei procedimenti e del processo in materia tributaria. Coordinamento e semplificazione delle norme sugli obblighi dei contribuenti; vengono potenziate le forme di contraddittorio tra amministrazione e contribuenti; leale e reciproca collaborazione tra amministrazione e cittadini; rafforzamento della conciliazione nel processo tributario.

LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE. Le maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione e all’erosione fiscale devono essere esclusivamente attribuite al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Favorire quindi l’emersione di base imponibile anche attraverso misure finalizzate al contrasto di interessi. Potenziamento della fatturazione elettronica e riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti.

CATASTO. Nuovo metodo di conteggio del valore basato non sul numero dei vani ma sui metri quadrati e su una formula che lo avvicina alle reali stime di mercato. Massima pubblicità e trasparenza delle funzioni statistiche e monitoraggio semestrale (con relazione del Governo al Parlamento) sugli effetti della revisione, articolati a livello comunale, per verificare l’invarianza di gettito. Valori e rendite non potranno andare al di sopra del valore di mercato.

RESPONSABILIZZAZIONE. Deve essere individuabile, per ciascun tributo, il livello di governo che beneficia delle relative entrate. Va suddiviso per soggetti istituzionali (Stato, Regioni, enti locali), il quadro dei beneficiari e/o dei cobeneficiari delle singole imposizioni. Stop alla deregulation sulle addizionali.

COMPENSAZIONE. Generalizzazione del meccanismo della compensazione tra crediti d’imposta vantati dal contribuente e debiti tributari a suo carico.

GIOCHI. I Comuni parteciperanno alla pianificazione della dislocazione di sale da gioco e punti vendita; maggiori controlli anti-riciclaggio e rafforzamento delle norme sulla trasparenza e sui requisiti soggettivi.

INCENTIVI E CONTRIBUTI. I risparmi di spesa derivanti da riduzione di contributi o incentivi alle imprese devono essere destinati alla riduzione dell’imposizione fiscale sulle imprese. Mantenimento del regime penale per i comportamenti più gravi; revisione del regime della dichiarazione infedele e del sistema sanzionatorio amministrativo per correlare le sanzioni all’effettiva gravità dei comportamenti, con possibilità per le fattispecie meno gravi di applicare sanzioni amministrative anziché penali.

DICHIARAZIONE PRECOMPILATA E SEMPLIFICAZIONE. Per la predisposizione delle dichiarazioni e per il calcolo delle imposte, va prevista la possibilità di invio ai contribuenti e di restituzione da parte di questi ultimi di modelli precompilati.

STATUTO DEL CONTRIBUENTE. Ultimo ma fondamentale passo, i decreti devono rispettare i principi costituzionali, quelli dell’ordinamento dell’Ue, e quelli dello Statuto del contribuente, con particolare riferimento al vincolo di irretroattività delle norme tributarie di sfavore.