Si fa un gran parlare di tassazione iniqua delle rendite finanziarie, sopratutto se confrontate con l’aliquota marginale che ogni contribuente paga in base allo scaglione di reddito cui appartiene. In realtà, la tassazione delle rendite finanziare non è al 20%, dipende da alcune variabili, e può salire di parecchio.
Seconda considerazione che mi viene da fare è che le “rendite finanziarie” sono generate da investimenti di risparmi, che quindi sono già stati tassati almeno una volta direttamente e una indirettamente. Quindi i proventi vengono tassati una terza volta.
Le variabili che influenzano l’aliquota effettiva sono tre: tipo di rendita (da capitale o da “redditi diversi”), tipo di aliquota applicata (20% su redditi da capitale e diversi, 12,50% per i titoli di Stato, imposta di bollo 0,20%, Tobin Tax) e regime di tassazione (dichiarativo, amministrato, gestito o polizza).
Nei casi di risparmio gestito o della polizza vita, c’è un semplice calcolo della differenza di valore dell’investimento ad inizio e fine anno. Se positiva, viene tassata.
Nei casi invece di regime dichiarativo o amministrato, la faccenda si complica.
Nel dichiarativo, è l’investitore che deve contabilizzare tutti gli utili e tutte le perdite ed indicare nella dichiarazione dei redditi a quanto ammonta l’eventuale rendita. Sarà quindi tassato in base all’aliquota marginale di appartenenza.
Nell’amministrato, è l’intermediario finanziario che si occupa di fare i conteggi e di applicare la tassazione fissa del 20%, ma c’è una grave distorsione. Infatti gli utili e le perdite vengono classificate in maniera diversa, redditi da capitale e diversi, e non sempre sono compensabili tra loro.
L’anomalia più significativa riguarda i Fondi comuni di investimento e gli Etf, strumenti largamente usati dagli investitori: le plusvalenze sono considerate redditi da capitale, mentre le minusvalenze sono considerate redditi diversi, e compensabili solo con questi.
In pratica, se un Fondo o un Etf in deposito Titoli, e quindi in regime fiscale amministrato, viene venduto ad un valore superiore a quello di acquisto, questa differenza è considerata come plusvalenza e tassata. Però, se lo stesso Fondo o Etf, viene venduto ad un valore inferiore, generando quindi una minusvalenza, questa non è compensabile con altre plusvalenze generata da altri Fondi venduti in utile, ma solo con “redditi diversi”. In pratica una beffa ai danni degli investitori, in cui +1 e -1 non ha come risultato zero, ma fa +1! Vedremo prossimamente a quanto ammonta la tassazione reale sulle rendite finanziarie.
Dott. Marco Degiorgis – Life Planner / Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis
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