Vinitaly, non solo export

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Nonostante il settore vitivinicolo si regga soprattutto sulle sorprendenti percentuali dell’export,come abbiamo abbondantemente dimostrato nei nostri approfondimenti settimanali dedicati all’inaugurazione della 48esima edizione di Vinitaly, ci sono cantine controcorrente che aumentano il proprio fatturato anche grazie al mercato interno.

La conferma arriva dai dati Istat sul consumo di vino all’interno dei confini nazionali. Nel 2012 le famiglie hanno speso 12 euro al mese per comprare vino, il 2,5% della spesa per alimentari di 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro. Il vino resta la bevanda alcolica di riferimento. Da un punto di vista geografico, nel Nord si continua a spendere più che al Sud, ma le tendenze sono diverse. Nel Nord-Ovest la spesa sta calando di anno in anno ed è oggi uguale a quella del Nord-Est, poco meno di 14 euro per famiglia, dove invece c’è stata una crescita. Al centro si è stabilizzata al 10% circa sotto i livelli pre-crisi, mentre al Sud e nelle isole sembra essere incominciata una fase di crescita, passando da 8,8 euro nel 2009 a 9,56 nel 2012, cioè il livello pre-crisi del 2007.

In più, le aziende con più esperienza internazionale hanno cominciato in patria un lavoro molto puntuale sul marchio, con investimenti mirati e un affinamento dei rapporti commerciali interni, guardando in prospettiva agli effetti anche sulle piazze estere. Il ruolo del mercato interno come vetrina per gli acquirenti esteri è e resta del tutto fondamentale, ed è difficile che un importatore straniero voglia a tutti i costi un prodotto se questo non è ben presente nel mercato d’origine.