Come volevasi dimostrare, i microincentivi ecologici per le auto a basso impatto ambientale per i privati sono durati lo spazio di un mattino. Nel senso più letterale del termine: i 4,5 milioni di euro per il 2013 sono svaniti nella prima giornata di contributi, “mentre quelli per le aziende al momento giacciono inutilizzati e hanno recato più danni che benifici” ha commentato Filippo Pavan Bernacchi presidente di Federauto.
“Purtroppo si è riproposta questa misura nonostante l’esperienza del 2013 fosse stata fallimentare sotto tutti i punti di vista. Non abbiamo allargato il mercato, non abbiamo orientato gli acquisti verso vetture ecologiche e non abbiamo ricavato nessun insegnamento o dato statistico. Questi incentivi, è bene ricordarlo per l’ennesima volta, Federauto li ha contrastati con tutte le sue forze dal lontano 2012. Ma nessuno ha mai riflettuto sul fatto che i concessionari, i primi beneficiari del provvedimento dopo i clienti, si fossero espressi negativamente. Volessero, incredibile a dirsi, rinunciare a dei soldi pubblici! Ma questa operazione – che noi abbiamo definito ‘il porcellum dell’auto’ – ha recato più danni che benefici. Da un lato ha ingenerato nel consumatore aspettative esagerate, in virtù delle scarse risorse a disposizione, dall’altro non ha modificato le proporzioni delle richieste di vetture a basso impatto ambientale. O in misura irrisoria. L’unico effetto è di aver buttato soldi pubblici – almeno quelli dei privati, perché quelli delle aziende sono ancora lì – in un momento storico dove si dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni singolo euro che lo Stato spende. Anche perché sono le tasse che noi tutti paghiamo”.
Il presidente dell’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus ha poi concluso con “sarebbe stato meglio dare questi 120 milioni di euro (la somma dei fondi triennali) agli esodati, ai terremotati o ad altri soggetti che ne avrebbero tratto un beneficio reale . Il mondo dell’automotive in Italia occupa 1.200.000 persone, fattura l’11,4% del PIL e sta perdendo il 35% del fatturato rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Noi abbiamo bisogno di un piano organico a tutto tondo. Lo Stato introiterebbe più denaro, svecchieremmo il circolante con benefici per la sicurezza e l’ambiente e sosterremmo il mondo del lavoro. Un piano serio, non provvedimenti sbagliati. Piuttosto delle briciole? Meglio niente”.
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