Secondo il drammatico rapporto No Pil? No Jobs curato dal Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro della Uil, “una persona su tre in età lavorativa, nel 2013, ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale”. Si tratta, per la precisione, di quasi 13 milioni di italiani che dall’inizio della crisi, prendendo convenzionalmente la bancarotta della Lehman Brothers nel 2008 come inizio del tracollo finanziario, che hanno un lavoro instabile (nel migliore dei casi…), che sono alla ricerca di un occupazione o che hanno perso il posto a causa della crisi economica.
Solo nel 2013, più di 4 milioni di persone hanno scoperto l’inadeguatezza degli ammortizzatori sociali, con un aumento del 57% rispetto al 2008. Sono aumentati addirittura dell’84%, invece, le persone che sono alla ricerca attiva di un posto di lavoro, mentre sono 1,8 milioni le persone che, inevitabilmente rassegnate, un lavoro neanche si preoccupano di cercarlo.
Anche il reddito medio segna il passo in questo periodo, a dimostrare come non solo la quantità ma anche la qualità del lavoro si sia drasticamente ridimensionata nel corso degli ultimi anni: dagli oltre 21,1 milioni di contribuenti del 2008 ai 20,8 milioni del 2013; il reddito medio imponibile è passato dai 19.640 euro del 2008 ai 20.282 euro del 2013, crescendo molto al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo.
JM
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