Incredibile, ma vero: la pressione fiscale nel primo trimestre del 2014 è stata pari al 38,5%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente quando si era attestata al 38,3%. La svolta buona? Può darsi, ma è doveroso ricordare come di solito nei primi tre mesi dell’anno la pressione fiscale tende a diminuire, rispetto ai trimestri successivi quando si concentrano le scadenza dei diversi pagamenti.
L’Istat ha anche evidenziato come le entrate totali dello Stato nel trimestre siano cresciute dello 0,4% su base annua. Troppa grazia sant’Antonio! Ma c’è un motivo: “tale andamento – spiegano dall’Istituto nazionale di statistica – riflette aumenti del 3,2% delle imposte indirette, trainate dalla dinamica dell’Iva, e del 4,9% delle altre entrate correnti, combinati con riduzioni del 2,0% delle imposte dirette e del 2,2% dei contributi sociali”.
Nel primo trimestre del 2014, inoltre, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è risultato invariato rispetto al trimestre precedente, mentre è aumentato dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Considerando l’inflazione, però, il potere di acquisto è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,2% rispetto al primo trimestre del 2013.
Jacopo MARCHESANO
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