Che la Cina facesse “shopping” finanziario nel nostro Paese era noto a tutti, ma soltanto nell’ultima due tra le più importanti banche al mondo (la People Bank of China e la State Grid, entrambe pechinesi) hanno investito quasi 3 miliardi di euro. Spiccioli che non sono passati inosservati a Piazza Affari e che hanno rimpinguato le casse di Fiat (280 milioni per il 2%), Telecom (330 milioni) e Prysmian (70 milioni).
Solo negli ultimi mesi, dalla capitale rossa sono arrivati quasi 5 miliardi e mezzo di euro, dopo l’acquisto, incoraggiato dal premier Renzi nel suo viaggio in Cina, per 400 milioni di euro del 40% di Ansaldo Energia da parte della Shanghai Electric e l’acquisizione di Krizia all’inizio dell’anno e prima ancora della Ferretti.
Secondo i dati ufficiali del ministero del commercio estero cinese, nei primi 6 mesi dell’anno gli operatori cinesi hanno effettuato investimenti all’estero per 43 miliardi di dollari (circa 32 miliardi di euro in 146 paesi), di cui il 20% in Italia. Che non sono proprio bruscolini, per dirla alla romana…
JM
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