Nei giorni scorsi Mps e i sindacati hanno raggiunto un accordo sulle ricadute occupazionali del piano di ristrutturazione 2013-2017 per gestire 1.334 nuovi esuberi chiesti dalla Ue. I lavoratori interessati percepiranno mediamente l’83-85% del loro stipendio derivante dal Fondo di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale di categoria. L’accordo prevede che ai dipendenti in uscita volontaria siano garantiti gli stessi benefici dei colleghi che rimarranno al lavoro: assistenza sanitaria, iscrizione al Fondo previdenziale aziendale, agevolazioni creditizie, possibilità di veder assunto il proprio figlio o coniuge in caso di morte, copertura sanitaria della Cassa mutua.
“Grazie all’unità del tavolo sindacale – è il commento del coordinamento Fabi del gruppo Mps – finalmente ricompattato dopo la rottura del 2012 è stato possibile raggiungere un accordo equilibrato, che ha permesso uscite volontarie con ammortizzatori sociali totalmente a carico dell’azienda, senza ulteriori sacrifici per i lavoratori. Adesso auspichiamo che il management prosegua sulla strada del rilancio del Gruppo, concentrandosi però sui ricavi e non più sui tagli”.
La trattativa, già avviata da settimane, si è resa ancor più necessaria vista la perdita netta per 353 milioni dell’istituto nel primo semestre dell’anno.
JM
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