Nonostante le polemiche dei giorni scorsi, il decreto sul Tfr è entrato nel disegno di legge di Stabilità approvato ieri in Consiglio dei ministri. L’anticipo in busta paga del trattamento di fine rapporto sarà su base volontaria, possibile fino al 100% della somma maturata nell’anno, e riguarderà anche i lavoratori che hanno scelto di spostare il Tfr verso i fondi pensione. Ancora da limare gli ultimi dettagli: oltre ai lavoratori ai dipendenti pubblici, infatti, potrebbero rimanere fuori anche agricoltori e badanti.
Il ddl di Stabilità, approvato non senza tensioni all’interno della squadra di Governo, prevede interventi per 30 miliardi di euro, di cui 11,5 finanziati per ripianare il deficit, il resto in arrivo soprattutto da tagli di spesa. Per le imprese, grazie a Dio, diventerà più leggera l’Irap, l’Imposta sulle attività produttive, dalla quale sarà interamente deducibile il costo del lavoro per un valore di 6,5 miliardi, ma ad avvantaggiarsene ovviamente saranno quasi esclusivamente le grandi aziende mentre resteranno fuori quelle medio-piccole. Sempre dal lato delle imprese sul piatto c’è anche un miliardo di euro per azzerare i contributi sulle nuove assunzioni, quelle che saranno fatte con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act, che però, dopo la bagarre a Palazzo Madama la settimana scorsa, deve ancora passare l’esame della Camera.
“Diciotto. Non come l’articolo, ma diciotto miliardi di tasse in meno. E’ la più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo in un anno – ha dichiarato Renzi in conferenza stampa dopo un Consiglio dei ministri non semplicissimo per la sua squadra di Governo – ed è normale farlo, perché si era arrivati a un livello pazzesco di tassazione. Non è una decisione né di destra, né di sinistra. E’ una dimostrazione di grande forza, solidità e determinazione dell’Italia”.
Jacopo MARCHESANO
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