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Alemanno: “Ben venga la semplificazione, ma che coinvolga tutti”

Non è piaciuta allIstituto Nazionale Tributaristi (INT) la decisione del Governo di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, la quale restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ovviamente ai Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali. In merito, oggi abbiamo incontrato Riccardo Alemanno, presidente nazionale dell’INT.

Presidente Alemanno, il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Il giudizio generale sul tema della semplificazione non può che essere positivo, detto ciò in particolare sul D.Lgs. semplificazione e dichiarazione precompilata, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, con ritardo rispetto ai tempi previsti e primo dei decreti prevoisti dalla Legge Delega in materia, il giudizio è a luci ed ombre.
Come già detto la semplificazione in ambito fiscale è argomento da tutti sostenuto ed utilizzato più volte come via di modernizzazione del Paese, quindi ribadisco il giudizio positivo, però quello che non condivido è una certa “timidezza” nell’affrontare problematiche di ampio respiro, nel Decreto vengono approvate una serie di micro semplificazioni, positive senza dubbio, ma che non saranno avvertite dalla maggoranza dei contribuenti poichè riguardano settori ben delimitati e singoli adempimenti, mentre l’innovazione più attesa ovvero la dichiarazione dei redditi precompilata non ha iniziato il suo percorso sotto i migliori aupsici.

La decisione, però, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
Si una doccia fredda, data la posizione della Conmmissione Finanze del Senato e le assicurazioni dello stesso Governo, ma soprattutto una partenza errata. Infatti come già detto la parte prepomderante del D. Lgs. è quella che riguarda la dichiarazione dei redditi precompilata, che è un obiettivo giusto e condivisibile, ma che ha iniziato il suo percorso in modo sbagliato, oltre che per l’ attribuzione della funzione solo ad alcuni intermediari fiscali anzichè a tutti quelli autorizzati dalle attuali norme, per le responsabilità derivanti dalla eventuale lavorazione del modello precompilato. Spero però che prevalga il buon senso e si apportino le giuste modifiche, peraltro un obiettivo così ambizioso per avere possibiltià di successo deve essere semplice e coinvolgere tutti i soggetti professionali che attualmente forniscono assistenza fiscale al contribuente. Attualmente non riscontro né semplicità, né coinvolgimento di tutti i professionisti del settore.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
Al momento no, se non in alcuni singoli casi, tant’é che si parla di periodo sperimentale e di una possibile messa a regime nell’arco di tre anni. Due sono le problematiche maggiori: la complessità del nostro sitema fiscale e l’impossibilità di un dialogo telematico e scambio di dati tra i vari Uffici della Pubblica Amministrazione.

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
La complessità deriva anche dalla sedimentazione di una quantità innumerevole di norme che si sono susseguite nei vari decenni, ovvero si modifica e quando si cancellano adempimenti normalmente si sostituiscono con altri più complessi, avremmo bisogno di testi unici duraturi per dare certezza al contribuente, invece si va nella direzione opposta. Bisognerebbe avere il corraggio di cancellare una serie di norme e richieste burocratiche, ma ripeto, un buon inizio sarebbe già quello di avere una tregua normativa, solo così si potrebbe ragionare ed intervenire per una vera semplificazione.

Jacopo MARCHESANO

redazione3

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