Niente crisi per il settore dei multiservizi

Durante l’ultimo convegno organizzato dalle aziende del Gruppo SAI della Confindustria subalpina presso l’Unione industriale di Torino si è parlato della situazione del comparto Multiservizi, che sta vivendo una fase di sviluppo con un fatturato pari a circa 135 miliardi di euro annui, 2,5 milioni di lavoratori e buone potenzialità per creare nuova occupazione.

Considerando solo le attività di pulizia e servizi complementari, sono oltre 500mila addetti coloro che ci lavorano, con una forte presenza di fasce deboli e una stragrande maggioranza di personale femminile (67%).
Anche negli ultimi anni, nonostante la crisi, le imprese appartenenti al settore hanno continuato a crescere, confermando un andamento complessivamente complessivo.

Lorenzo Mattioli, presidente Anip, Associazione nazionale imprese di pulizia e Servizi integrati di Confindustria, ha inoltre illustrato la proposta di Legge relativa ai servizi integrati recentemente presentata al Palrlamento, che vuole regolamentare le gare di appalto e l’introduzione di criteri di corretta gestione e di monitoraggio dei soggetti che vi prendono parte, affinché trasparenza e competenza siano riconosciute come valori imprescindibili.

Queste le sue parole: “La crescente rilevanza del settore dei servizi (43% degli appalti pubblici contro il 25% dei lavori) impone oggi di trovare una specifica definizione normativa per il settore del Facility management. La proposta di legge in materia di servizi integrati (la numero 2475) accoglie il nostro progetto di legge quadro sui servizi agli immobili (condiviso e apprezzato da tutte le forze politiche e sociali) e definisce per la prima volta regole dirette a qualificare il settore dei servizi integrati, individuando le necessarie azioni di contrasto al lavoro sommerso e alla logica del massimo ribasso, favorendo la qualificazione dell’offerta e della domanda e rendendo più fluido il processo di finanziamento delle attività. Secondo le stime del ministero del Lavoro, questo settore, se adeguatamente disciplinato, potrebbe sviluppare occupazione aggiuntiva e regolare per circa 300mila addetti“.

Umberto Diamante, giovane presidente del Gruppo SAI di Torino, ha infine aggiunto che la maggior parte delle aziende oggi appartenenti al comparto dei Multi servizi “è partita dal monoservizio di pulizia, privato e industriale, ma in questi anni ha diversificato le proprie attività, offrendo anche servizi come la manutenzione, la sorveglianza, la sicurezza, la logistica interna, associate ad elevata progettualità tecnica e gestionale ed organizzazione qualificata per poter rispondere alle esigenze di outsourcing dei servizi no-core della clientela pubblica e privata“.

Vera MORETTI

Alemanno: “Ben venga la semplificazione, ma che coinvolga tutti”

Non è piaciuta allIstituto Nazionale Tributaristi (INT) la decisione del Governo di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, la quale restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ovviamente ai Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali. In merito, oggi abbiamo incontrato Riccardo Alemanno, presidente nazionale dell’INT.

Presidente Alemanno, il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Il giudizio generale sul tema della semplificazione non può che essere positivo, detto ciò in particolare sul D.Lgs. semplificazione e dichiarazione precompilata, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, con ritardo rispetto ai tempi previsti e primo dei decreti prevoisti dalla Legge Delega in materia, il giudizio è a luci ed ombre.
Come già detto la semplificazione in ambito fiscale è argomento da tutti sostenuto ed utilizzato più volte come via di modernizzazione del Paese, quindi ribadisco il giudizio positivo, però quello che non condivido è una certa “timidezza” nell’affrontare problematiche di ampio respiro, nel Decreto vengono approvate una serie di micro semplificazioni, positive senza dubbio, ma che non saranno avvertite dalla maggoranza dei contribuenti poichè riguardano settori ben delimitati e singoli adempimenti, mentre l’innovazione più attesa ovvero la dichiarazione dei redditi precompilata non ha iniziato il suo percorso sotto i migliori aupsici.

La decisione, però, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
Si una doccia fredda, data la posizione della Conmmissione Finanze del Senato e le assicurazioni dello stesso Governo, ma soprattutto una partenza errata. Infatti come già detto la parte prepomderante del D. Lgs. è quella che riguarda la dichiarazione dei redditi precompilata, che è un obiettivo giusto e condivisibile, ma che ha iniziato il suo percorso in modo sbagliato, oltre che per l’ attribuzione della funzione solo ad alcuni intermediari fiscali anzichè a tutti quelli autorizzati dalle attuali norme, per le responsabilità derivanti dalla eventuale lavorazione del modello precompilato. Spero però che prevalga il buon senso e si apportino le giuste modifiche, peraltro un obiettivo così ambizioso per avere possibiltià di successo deve essere semplice e coinvolgere tutti i soggetti professionali che attualmente forniscono assistenza fiscale al contribuente. Attualmente non riscontro né semplicità, né coinvolgimento di tutti i professionisti del settore.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
Al momento no, se non in alcuni singoli casi, tant’é che si parla di periodo sperimentale e di una possibile messa a regime nell’arco di tre anni. Due sono le problematiche maggiori: la complessità del nostro sitema fiscale e l’impossibilità di un dialogo telematico e scambio di dati tra i vari Uffici della Pubblica Amministrazione.

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
La complessità deriva anche dalla sedimentazione di una quantità innumerevole di norme che si sono susseguite nei vari decenni, ovvero si modifica e quando si cancellano adempimenti normalmente si sostituiscono con altri più complessi, avremmo bisogno di testi unici duraturi per dare certezza al contribuente, invece si va nella direzione opposta. Bisognerebbe avere il corraggio di cancellare una serie di norme e richieste burocratiche, ma ripeto, un buon inizio sarebbe già quello di avere una tregua normativa, solo così si potrebbe ragionare ed intervenire per una vera semplificazione.

Jacopo MARCHESANO

Pandora, il franchising dei gioielli

Un marchio molto conosciuto nel settore dei gioielli, soprattutto negli ultimi anni, è quello di Pandora, amato dalle giovani donne ma anche da quelle più mature.
Per questo, diventare franchisee di questo brand può essere un’esperienza interessante e molto fruttuosa.

Diventare affiliato di questo marchio, però, è piuttosto oneroso, poiché l’investimento iniziale parte da 150.000 euro e, a fronte di questa spesa, Pandora offre ai propri affiliati
una gamma di servizi fondamentali volti ad ottenere un vantaggio competitivo sulla concorrenza.

Eccoli nel dettaglio:

  • Utilizzo dell’insegna e format “Pandora “
  • Assistenza nella scelta della location fino all’apertura
  • Un marchio conosciuto e apprezzato a livello internazionale
  • Un concept internazionale unico e conosciuto
  • Un programma marketing coadiuvato da validi materiali di supporto
  • Supporto continuo nelle vendite, nella pubblicità, nel marketing, negli acquisti e nell’arredo
  • Programma di training iniziale per il franchisee
  • Un network di franchisee internazionale

Per ricevere ulteriori, è possibile collegarsi al sito Pandora.

Vera MORETTI

Oracle, finanziamenti per digitalizzare le Pmi

Oracle, una delle maggiori imprese nel campo dei database e del software in generale della Silicon Valley, promuove da anni l’innovazione tecnologica grazie a finanziamenti mirati per digitalizzare le Pmi. Per portare in azienda prodotti, servizi e soluzioni made in Oracle non sono più necessari grandi investimenti iniziali: il vendor ha varato un’offerta di finanziamento rivolta alle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di abbattere le barriere all’ingresso per l’adozione della tecnologia Oracle. L’offerta mette a disposizione due opzioni di pagamento agevolato, grazie alle quali diventa più facile, per il cliente, pianificare il proprio flusso di cassa, accelerare il ritorno degli investimenti e diluire la spesa nel tempo.

L’offerta di finanziamento agevolato prevede, come detto, due soluzioni di pagamento alternative: con locazione della durata di 36 mesi a costo zero; oppure con pagamento rateale della durata di 36 mesi al costo dell’1%.

In questa ottica di sostegno all’innovazione tecnologica e alla digital disruption non più rimandabile per il mercato italiano ma non solo, si inserisce anche la strategia dell’azienda fondata nel 1977 da Larry Ellison per il cloud computing rivolta proprio alle imprese.

Dubai Mall sempre più Made in Italy

Negli Emirati Arabi il Made in Italy è considerato l’eccellenza, in qualunque campo, con la moda al primo posto.

Per questo, il Dubai Mall, il più grande centro commerciale al mondo, con 1.200 negozi e 200 ristoranti su oltre mezzo milione di metri quadrati, ospiterà presto, si vocifera entro il 2016, i migliori marchi italiani appartenenti ai comparti della moda e del lusso.

Il Dubai Mall, costruito con i 20 miliardi di dollari finanziati dal gruppo Emaar Properties, nei prossimi due anni sarà ingrandito con un’espansione di ulteriori 100mila metri quadrati, che saranno dedicati esclusivamente ai brand di alta gamma.

D’altra parte, coloro che passano da Dubai, o che ci abitano, hanno un grande desiderio: quello di dedicarsi a turismo e business con l’aggiunta di shopping di alta qualità, tutto a portata di mano, in un unico centro commerciale.

I vertici di Emaar e di Emaar Malls sceglieranno in base all’autenticità e all’artigianalità dei marchi: ciò che conta è che non ci siano falsi e prodotti do qualità scadente.

Vera MORETTI

A Roma il Congresso Nazionale del Notariato

Il Rome Cavalieri si appresta ad ospitare, il 6 e 7 novembre, il 49° Congresso Nazionale del Notariato dedicato al tema: “Il contributo del Notariato per la competitività del Paese”.

Giovedì 6 novembre avrà luogo la sessione aperta al pubblico, e precisamente dalle 9.30 alle 13.30, quando avranno luogo gli interventi del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando e del Ministro per le riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, oltre al Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Maurizio D’Errico.

Il Congresso affronterà le tematiche della competitività del Paese e il contributo che il Notariato può dare, in termini di “sicurezza giuridica” delle transazioni economiche, per il rilancio economico e sociale del sistema-Italia.

Al tema competitività sarà dedicata la tavola rotonda dalle ore 11.45 – 13.30 alla quale parteciperanno Alberto Baban, Presidente di Piccola Industria di Confindustria; Edoardo Battisti, Vice capo di Gabinetto Ministero dello Sviluppo Economico; Arturo Bris, Professore di Finanza, IMD Business School di Losanna e Direttore del World Competitiveness Center; Riccardo M. Monti, Presidente dell’ICE- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; un rappresentante del Consiglio Nazionale del Notariato.

Vera MORETTI

730 precompilato, dal 2015 si parte

La rivoluzione del 730 precompilato per dipendenti e pensionati partirà dal 2015. Il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata. A partire dal prossimo anno, quasi 30 milioni di italiani riceveranno la dichiarazione dei redditi a casa direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Le commissioni di Camera e Senato dovranno fare i conti con le proteste di tributaristi e geometri fiscalisti, che rischiano di non poter più lavorare per i CAF supportando i contribuenti nella compilazione dei modelli. Per una modifica del Governo al secondo passaggio in CdM del decreto sulle semplificazioni fiscali, infatti, gli unici professionisti abilitati restano commercialisti, consulenti del lavoro, periti ed esperti iscritti alle Camere di Commercio dal 1993. Toccherà, infatti, all’Amministrazione finanziaria raccogliere ed elaborare i dati e inviare le risultanze al contribuente secondo una rigida scadenza temporale. Al contribuente resta l’obbligo di verificare l’esattezza e la completezza dei dati.

“Appare sicuramente pretestuosa – ha dichiarato Riccardo Alemanno, Presidente nazionale dell’INT – la giustificazione della qualificazione dei soggetti autorizzati a svolgere l’attività di assistenza sul precompilato, perché i soggetti attualmente esclusi svolgono assistenza fiscale ai contribuenti per adempimenti ben più complessi. Inoltre se si guarda a ciò come una lotta tra categorie, poiché le pressioni esclusiviste delle categorie ‘ammesse’ sono state fortissime, ciò che viene in mente è solo una tristissima guerra tra poveri ovvero pensiamo al singolo orticello anziché compatti ed all’unisono richiedere vere semplificazioni, tutto ciò è molto triste”.

“Chiederemo incontri con membri dell’Esecutivo per capire il perché di questo – ha concluso Alemanno – , poiché ciò è tanto più paradossale se si pensa alle più volte dichiarata necessità di liberalizzazioni enunciata dal Governo, una scelta restrittiva, direi monopolista non ha ragione d’essere, la dichiarazione dei redditi precompilata avrà possibilità di successo solo se saranno coinvolti tutti gli intermediari fiscali abilitati. C’è tutto il tempo per rimediare e rivedere una posizione che si spiega solo con il fatto che abbia prevalso la volontà di chi ancora antepone l’interesse di pochi all’interesse generale. Ora bisogna solo rimediare ad un brutto scivolone che fa partire in modo sbagliato un progetto giusto nel principio, siamo solo nella fase iniziale il tempo per rimediare c’è se si ha a cuore l’interesse dei contribuenti”.

Jacopo MARCHESANO

Di Bonito: “Innovazione e semplicità, così nasce AppyU”

AppyU è un’applicazione per iOs e Android che permette agli utenti di ottenere gratuitamente sconti in svariati esercizi commerciali, bar, pub e discoteche a Milano. Reduce dal successo a Smau 2014, oggi abbiamo incontrato uno dei fondatori della giovanissima startup, Danilo Di Bonito.

Dott. Di Bonito, di cosa si occupa la start-up?
AppyU, l’applicazione ideale per chi vuole scoprire nuovi esercizi commerciali (bar, locali, discoteche, ecc..) e trovare le offerte disponibili intorno a se. Il servizio, presente al momento solo a Milano, grazie alla geolocalizzazione permette di navigare tra le offerte con un click, scaricare i buoni, nel caso di offerte dedicate agli utenti dell’app, salvarle e condividerle con i propri amici, ma soprattutto permette di ottenere un risparmio anche molto elevato sulle consumazioni nei locali milanesi. Un’app semplice e alla portata di tutti. Basta scegliere la zona e il bar, pub o ristorante che si predilige, sfogliare tra le decine di offerte su cocktail, aperitivi, pranzi o cene e mostrare direttamente il proprio smartphone con il buono al gestore del locale per ottenere lo sconto, senza doverlo stampare

Da dove nasce l’idea?
AppyU nasce al Politecnico di Milano, da un’idea sviluppata durante il corso di eBusiness da Federico De Poli e Danilo Di Bonito. L’idea attira subito l’attenzione di Andrea Rangone, docente del corso, che decide di aiutarli a realizzarla. Grazie all’esperienza ed alle capacita’ di sviluppo di Daniele Rizzo e Fausto Pagliara, due giovani ingegneri informatici, l’applicazione prende vita sia sui dispositivi Android che per quelli iOS. L’intero processo di sviluppo e’ stato supportato dall’acceleratore d’imprese del Politecnico di Milano, il PoliHub.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
In Italia non manca senza dubbio il coraggio, ne è la dimostrazione la quantità di giovani aspiranti imprenditori che ci sono e si vedono ad eventi come SMAU.

A proposito di Smau, un bilancio sulla vostra partecipazione?
Smau è un evento sempre interessante da cui possono nascere anche collaborazioni utili. In particolare, negli ultimi anni, si è dato molto risalto alle startup innovative come la nostra e questo ci rende molto orgogliosi, assieme al fatto di essere arrivate nelle finaliste di App4Expo, che premiava le migliori applicazioni in ottica Expo. Quest’anno abbiamo parlato con varie persone interessate a sviluppare eventuali sinergie fra le aziende.

Jacopo MARCHESANO

I rimborsi fiscali arrivano via Iban

L’Agenzia delle Entrate ha deciso, per restituire più velocemente i rimborsi fiscali, di chiedere a circa 100mila società di comunicare, attraverso la propria posta elettronica certificata, di comunicare il proprio Iban, che permetta di ricevere le somme direttamente sul conto corrente.

Gli inviti sono recapitati agli indirizzi Pec delle società presenti nel registro delle imprese.

Per evitare il rischio di phishing, l’Agenzia non accetta Iban per posta, e-mail o Pec e non invia mail o messaggi cui sono allegati file da compilare e trasmettere, né software e applicazioni da scaricare su computer o dispositivi mobili.

Gli unici due canali ammessi per comunicare l’Iban del conto corrente bancario o postale sono:

  • i servizi online disponibili sul sito dell’Agenzia. Per comunicare il codice (o modificare quello precedentemente fornito) basta accedere alla propria area autenticata, riservata agli utenti abilitati ai servizi telematici;
  • gli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate. In questo caso occorre presentare il modello per la richiesta di accreditamento (che qui alleghiamo) disponibile presso gli stessi uffici o sul sito www.agenziaentrate.it.

Fornendo l’Iban si accorciano i tempi del rimborso poiché le somme arrivano sul conto del beneficiario in maniera più celere e sicura.

Vera MORETTI

Bando per le imprese innovative di Forlì-Cesena

E’ stato approvato dalla Regione Emilia Romagna un bando che possa offrire sostegno alle startup innovative della provincia di Forlì-Cesena, rivolto in particolare alle imprese ad elevato contenuto di conoscenza, basate sulla valorizzazione economica dei risultati e lo sviluppo di nuovi prodotti e di servizi di alta tecnologia.

Il bando è aperto alle piccole e medie imprese costituite dall’1 gennaio 2011 in poi, che siano attive in Emilia Romagna ed appartenenti ai settori delle Attività manifatturiere, delle Costruzioni, dei Servizi di informazione e comunicazione e delle Attività professionali, scientifiche e tecniche.

Le imprese richiedenti, per poter accedere al bando, dovranno dimostrare di essere in possesso del requisito di innovatività, e di risultare iscritte alla Sezione speciale del Registro Imprese istituita per le Startup innovative, presso la Camera di Commercio competente per territorio.

L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile. E’ concessa una maggiorazione del contributo del 10% per i progetti che prevedono alla loro conclusione un incremento dei dipendenti assunti a tempo indeterminato pari ad almeno 3 unità rispetto alla data di presentazione della domanda.

L’importo minimo di spesa da presentare è di 75mila euro; il contributo massimo per progetto è 100mila euro in regime “de minimis”.
Le domande di contributo potranno essere presentate fino al 31 marzo 2015.

Vera MORETTI