Poste Italiane, no aiuto di Stato per Alitalia

Poste Italiane, ok all’ingresso in Alitalia

Poste Italiane e Alitalia, il matrimonio sembra si possa fare. La Commissione europea è infatti orientata a non considerare come un aiuto di Stato distorsivo della concorrenza l’investimento che Poste Italiane ha fatto nella malconcia compagnia di bandiera. Secondo quanto riporta l’agenzia LaPresse “non dovrebbero esserci problemi” per Bruxelles “sulla vicenda degli aiuti di Stato relativi a Poste Italiane“. A ottobre 2013 Poste Italiane aveva accettato di entrare nel capitale di Alitalia con 75 milioni di euro per evitare il fallimento della compagnia in crisi di liquidità.

Il rischio di vedere l’operazione bloccata da Bruxelles era palpabile. Il commissario alla concorrenza Joaquin Almunia aveva inviato al governo Renzi una lettera in cui chiedeva nuovi documenti, da consegnare entro il 22 luglio, sulla ricapitalizzazione del 2013 effettuata grazie a Poste Italiane. “L’aiuto di Stato – si leggeva nella segnalazione – consiste principalmente nell’aumento di capitale di Alitalia, principale operatore nazionale del trasporto aereo, finanziato da Poste, società controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per una quota pari a 75 milioni di euro, corrispondente a un pacchetto azionario ancora non quantificato. La distorsione della concorrenza riguarda il settore dei trasporti aerei la concorrenza è alterata in quanto l’intervento del governo, attraverso Poste, è finalizzato a impedire l’uscita dal mercato di Alitalia e l’ingresso di nuovi operatori nella fornitura di servizi di trasporto aereo in Italia, nonché a elevare il prezzo di acquisto per eventuali operatori rispetto al prezzo che si sarebbe altrimenti manifestato“.

Inoltre, ad agosto, Poste Italiane aveva deciso un ulteriore investimento da 75 milioni di euro nella compagnia aerea, una volta completato il riassetto del gruppo. Il governo si era sempre rifiutato di considerare l’investimento di Poste Italiane un aiuto di Stato e il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi lo aveva definito un “investimento di mercato per cercare sinergie industriali e risorse per il futuro“.