Imprese milanesi, l’effetto Expo è lontano

Secondo quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su circa seicento imprese milanesi e lombarde a novembre 2014, sono il 16% le imprese milanesi che assumeranno il prossimo anno. A queste si aggiunge un 25%, una su quattro, ancora in fase di incertezza. La prima motivazione di assunzioni sono i nuovi progetti per quasi la metà. Una su tre di queste offrirà contratti a tempo indeterminato. Primi comparti: servizi alle imprese e manifatturiero e per funzioni di marketing e vendite e operai e produzione.

Nelle assunzioni per il 2014, i primi settori per le imprese milanesi sono stati commercio (circa 8mila), servizi operativi (5mila), turismo e ristorazione e servizi avanzati alle imprese (4.300), informatica (2.900), trasporti (2.800), sanità (2.600).

Passando al saldo degli occupati tra il 2013 e il 2014, alle 61.450 “entrate” di lavoratori, sia subordinati sia autonomi, nel 2013 si contrappongono 74.220 “uscite” da cui deriva un saldo negativo pari a 12.770 unità. Nel 2014 lieve miglioramento nelle imprese milanesi con 44mila entrate e 50mila uscite e un saldo negativo di 6mila posti. Si torna negli ultimi anni al periodo più difficile della crisi, per saldo tra entrate e uscite: 2010 e 2009, in entrambi i casi con un saldo negativo tra entrate e uscite intorno ai 13mila posti.

La crisi ha reso insicuro il posto di lavoro a un milanese su tre: la metà teme che si troverà in difficoltà tra poco, un terzo agli inizi della crisi, un quinto proprio ora. Pronti ad andare all’estero uno su due. Prime mete: Europa, ma anche America del Nord e Oceania. La categoria più penalizzata è quella degli over 50, secondo un’impresa su sette. Gli stranieri, invece, hanno preso il posto degli italiani nei mestieri più faticosi e nelle pulizie secondo un’impresa su quattro.

Dal punto di vista delle imprese milanesi, il futuro è di blocco nel lavoro: oltre la metà non assumerà, meno della metà probabilmente assumerà, di cui una su sette con certezza. Anche in questo caso si tratta di contratti per lo più flessibili. Il motivo di questa scarsa mobilità nel lavoro interno all’impresa è la crisi: diventa crisi dell’impresa stessa o comunque gli scarsi affari non consentono aumenti di spese di personale, anche se ci sarebbe bisogno. Infatti, le imprese milanesi hanno meno personale di quanto servirebbe: in cinque anni gli addetti sono diminuiti per una impresa su tre e aumentati per poco meno.

Redazione

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