Autotrasportatori nelle mani del racket

Autotrasportatori nelle mani del racket

La crisi è porca e colpisce tutti i settori produttivi nei modi più subdoli. Prendiamo gli autotrasportatori, per esempio, che con la crisi hanno visto un peggioramento deciso dei livelli di sicurezza e, ora, sono sempre più prede della criminalità organizzata. Calano le difese, aumentano i rischi.

Lo ha rilevato un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Gfk Eurisko, realizzata sulle imprese che operano con autotrasportatori. Ebbene, secondo lo studio per la metà di queste imprese la crisi economica, da quando è partita fino a oggi, ha peggiorato i livelli di sicurezza: hanno infatti segnalato un aumento di furti (+65%) e dell’abusivismo tra gli autotrasportatori (+54%), indicando questi due crimini come quelli in maggior aumento.

Ben 6 imprenditori dei trasporti su 100 dichiarano nell’indagine di aver subito minacce o intimidazioni a fini estorsivi e 9 su 100 dichiarano di conoscere altre imprese di autotrasportatori oggetto di minacce o intimidazioni. Minacce che si manifestano soprattutto sotto forma di pressioni psicologiche (per il 62%), ma anche con danneggiamenti alle cose (44%).

Ciò che allarma di più però, è che secondo Confcommercio un imprenditore dei trasporti su due si è piegato alla minaccia subita. Tra gli autotrasportatori l’estorsione viene finalizzata più spesso con la consegna della merce (64%) rispetto al denaro (38%). Pur con i limitati mezzi che la crisi consente loro, tra le misure prese nei confronti del racket e degli criminali, le imprese di autotrasportatori impiegano soprattutto telecamere e impianti di allarme (29%), assicurazioni (17%) e vigilanza privata (15%).

E che cosa chiedono a loro tutela gli autotrasportatori? Soprattutto maggiore protezione sul territorio da parte delle forze dell’ordine (65%) e certezza della pena (53%). E solo il 17% delle imprese di autotrasportatori pensa che gli organismi di controllo garantiscano il rispetto delle regole nel settore. Segnale scoraggiante. 

Secondo Paolo Uggè, Vice Presidente di Confcommercio, questi dati “testimoniano la necessità e l’urgenza di dare attuazione ai contenuti del Protocollo di legalità, sottoscritto a suo tempo dal Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, con l’allora Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per combattere le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo dei trasporti. Del resto, i controlli sono gli unici strumenti idonei a prevenire la presenza della malavita organizzata nel settore”.