I dati diffusi nei giorni scorsi dall’Acea (l’associazione europea dei produttori di auto) sulle immatricolazioni auto del 2014 e dello scorso dicembre hanno fatto riaccendere a Federauto i riflettori sulla necessità di reintrodurre in Italia gli incentivi auto. I dati Acea indicano che Europa + Efta (Paesi europei fuori dall’Europa a 28) hanno consuntivato nel 2014 un +5,7% (12.550.771 i pezzi immatricolati) sul 2013, con una crescita nel mese di dicembre del 4,7%.
Percentuali che hanno spinto Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, a commentare tornando sul discorso degli incentivi auto: “Il mercato europeo cresce, in linea con quello italiano – dice Pavan Bernacchi -, ma resta molto distante dai livelli pre-crisi. Inoltre è marcata la doppia velocità tra chi corre, i Paesi che hanno varato i tanto vituperati incentivi auto governativi e quelli fuori dall’Euro, rispetto a tutti gli altri che ancora sono in sofferenza”.
Incentivi auto che, sottolinea ancora Pavan Bernacchi, “noi suggeriamo da tempo per rilanciare i consumi interni, alzare il Pil, sostenere il mondo del lavoro e svecchiare il circolante che inquina e spesso non è dotato di dispositivi essenziali come ABS, Airbag, Esp… Come si traducono questi dati nei nostri bilanci? Insieme a Fausto Antinucci, di Italia Bilanci, abbiamo condiviso una previsione 2014. Dalle nostre stime, che riteniamo molto attendibili, solo l’11% circa delle concessionarie di tutti i brand commercializzati in Italia presenterà un bilancio in utile di almeno l’1%. Ci riferiamo all’utile netto pagate le tasse. Ossia solo 1 concessionario su 10 dichiarerà nel 2014 un utile degno di questo nome. Questo dato è la cartina di tornasole che con questi volumi e con queste prospettive dovremmo cambiare, insieme alle Case, le regole della distribuzione”.
E, se ci fosse anche una piccola iniezione di incentivi auto, non sarebbe poi male…
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