Abbiamo parlato più volte su Infoiva del cosiddetto BYOD (dall’inglese “Bring Your Own Device”), ossia il fenomeno per cui sempre più aziende consentono ai dipendenti di utilizzare i tablet, smartphone o pc di proprietà come strumenti di lavoro. Un fenomeno, quello del BYOD, che prende pian piano piede anche in Italia, tanto che uno studio Intel Security rivela le aspettative dei professionisti del nostro Paese riguardo a questi dispositivi oltre a dare indicazioni per gestire il BYOD in maniera sicura.
Il rapporto Intel Security sul BYOD fa riferimento ai risultati dello studio “Consumerization of the Workforce” che esamina le opinioni e gli atteggiamenti di oltre 2500 professionisti in tutto il mondo, di cui circa il 10% (200) in Italia, chiedendo loro come valutano l’impatto della tecnologia sulle attività lavorative e sul luogo di lavoro. Ebbene, dallo studio emerge che la gran parte degli intervistati lavora tanto sui propri dispositivi personali, quanto utilizza personalmente i dispositivi aziendali per le più svariate attività online.
Un comportamento che, a livello di sicurezza dei dati, può essere dannoso tanto per i dati personali quanto per quelli aziendali eventualmente custoditi all’interno degli apparecchi utilizzati per il proprio BYOD.
Nello specifico, le percentuali relative agli utenti italiani del BYOD intervistati nel rapporto Intel Security sono interessanti.
Sul lato sicurezza, il 68% degli intervistati crede che la propria azienda faccia tutto il necessario per proteggere i dati sensibili anche sul fronte BYOD.
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