I numeri della pizza made in Italy

Che cosa c’è di più italiano di una bella pizza fumante? Forse solo un piatto di spaghetti, ma non ne saremmo così sicuri. Quello che è certo è che la pizza made in Italy non è solo sapore e tradizione ma anche importante giro d’affari. Lo ha certificato anche una ricerca curata da Doxa/Assobirra, dalla quale sono emersi numeri interessanti.

Intanto le quantità che fa registrare la pizza made in Italy. Secondo Doxa/Assobirra, sono 56 milioni le pizze consumate nel nostro Paese ogni settimana, pari a circa 3 miliardi all’anno. Una cifra per difetto, nella quale non è compresa la pizza made in Italy sfornata dalle pizzerie da asporto o al taglio e le pizze surgelate. Quest’ultimo è un comparto economico in crescita, positivo da una parte ma segno, dall’altra, che la crisi ha toccato anche la pizza made in Italy.

Interessanti anche i numeri sulle pizzerie in Italia: sono 42mila e danno lavoro a 100mila addetti, in gran parte italiani (65%); seguono gli egiziani (20mila), i marocchini (10mila), asiatici ed extraeuropei in genere (5mila). Il tutto per un giro d’affari complessivo della pizza made in Italy che, nel 2014, è stato di 6 miliardi di euro.

Passando all’analisi dei gusti e delle abitudini legate al consumo di pizza made in Italy, secondo la ricerca di Doxa/Assobirra, per il 63% degli italiani la pizza è un piatto unico, mentre del 37% rimanente il 17% lo accompagna ad un antipasto e il 18% a un dolce. La Margherita rimane la preferita dal 50% degli intervistati, seguita da quella al salame piccante (6%), dalla Capricciosa e dalla Prosciutto e funghi (5%). Il 57% degli intervistati non ha una vera preferenza, ma cambia sapori e condimenti.

Quello che invece non cambia, nella pizza made in Italy, è la qualità: per gli intervistati deve essere sempre alta e molto ricercata, soprattutto grazie alla mozzarella utilizzata (53%), alla levitazione ottimale (49%), al pomodoro utilizzato (43%), alla farina (41%), alla cottura (42%) e all’abilità del pizzaiolo (39%).