A distanza di tanti anni, il ragazzo di campagna interpretato da Renato Pozzetto ha fatto scuola. Tra i dati sull’occupazione diffusi nei giorni scorsi dall’Istat, ce ne sono alcuni che non sono sfuggiti alla Coldiretti e che riguardano i lavoratori agricoli, il cui numero, nel 2014 è cresciuto del 7,1%.
Un aumento che è in controtendenza rispetto al calo degli occupati nelle grandi imprese e che ha fatto registrare un boom proprio nel nord industrializzato, dove le assunzioni di lavoratori agricoli sono aumentate del 20,2% nel quarto trimestre 2014.
Secondo Coldiretti, la crescita delle assunzioni di lavoratori agricoli è dovuta principalmente al fatto che la campagna offre prospettive di lavoro tanto per chi vuole trovare una occupazione temporanea, quanto per chi vuole fare impresa in modo continuativo. Una tendenza dimostrata dal fatto che nell’ultimo trimestre 2014 sono aumentate dell’1,5% le imprese agricole condotte da giovani under 35 anni, arrivando quasi a 50mila (49871).
Una forte spinta alla crescita occupazionale di lavoratori agricoli è arrivata, secondo Coldiretti, anche dalla legge di orientamento (228 del 18 maggio 2001) che ha di fatto cambiato l’attività d’impresa nelle campagne italiane. La legge ha infatti aperto nuove opportunità occupazionali per i lavoratori agricoli con attività legate alla terra ma di diversi ambiti: dall’agribenessere alla trasformazione dei prodotti, dalle fattorie didattiche a quelle sociali, dagli agriasilo alla pet-therapy al classico agriturismo.
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