Ci risiamo. Tornano a crescere le sofferenze bancarie e, parallelamente, si restringono i finanziamenti alle imprese. Secondo il rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa, da febbraio 2014 a febbraio 2015 le sofferenze hanno superato i 187 miliardi di euro (+25,2 miliardi, per un incremento del 15,56%).
Ne hanno sofferto i finanziamenti alle imprese perché proprio le imprese sono state quelle che hanno fatto più fatica a rimborsare i prestiti alle banche per 133,1 miliardi (+16,51%). E siccome qualcosa di vero ci sarà nel detto secondo cui le banche ti danno l’ombrello quando c’è il sole e se lo riprendono quando piove, ecco che, a fronte di questa situazione, i finanziamenti alle imprese sono stati tagliati di 28,7 miliardi.
Una stangata per le aziende, che hanno visto calare sia i prestiti a breve termine di 10,7 miliardi (-3,48%) sia quelli di lungo periodo di 26,3 miliardi (-6,52%) con in calo complessivo dei finanziamenti alle imprese da 834,6 a 805,9 miliardi. Un’ennesima gelata che ha tagliato le radici di moltissime aziende e che ha spinto Unimpresa a lanciare il consueto allarme da quando è partito il credit crunch.
Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, “quella del credito resta una situazione gravissima e, di fronte alla sempre maggiore difficoltà, sia delle famiglie sia delle imprese, nel pagare le rate dei finanziamenti, assistiamo a un atteggiamento di superficialità da parte delle banche e anche delle istituzioni. Negli scorsi mesi i rappresentanti delle banche e quelli delle grandi industrie hanno parlato di un nuovo rapporto tra il mondo del credito e quello delle imprese, ma non se n’è fatto più nulla”.
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