Il recente congresso di Rimini del Cndcec, dedicato a delega fiscale e controlli societari, ha ribadito, secondo quanto ricordano i commercialisti, la necessità di ascoltare il contributo delle categoria nella fase della pianificazione normativa, anziché in quella dell’emergenza, come troppo spesso accade in Italia.
Su questo punto è stato chiaro e categorico il presidente dei commercialisti italiani, Gerardo Longobardi, per il quale il Consiglio Nazionale deve dialogare a tutto campo con gli interlocutori della professione, in modo che “il nostro contributo venga raccolto nel momento in cui si tiene la penna in mano e si traccia il perimetro delle riforme e non quando si prende la matita e si usa la gomma per cancellare o aggiungere precisazioni a norme già scritte”.
E siccome il congresso dei commercialisti parlava proprio di delega fiscale, Longobardi ha sottolineato come essa abbia “l’ambizioso obiettivo di restituire al Paese un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Se ci riuscisse, si tratterebbe di una svolta con effetti positivi su tutto il sistema, perché un fisco con regole certe e più semplici favorisce l’adempimento spontaneo e riduce l’evasione, agevolando gli investimenti italiani ed esteri”. Anche se lo stesso Longobardi ha definito “preoccupante” il ritardo accumulato negli ultimi mesi proprio dalla delega fiscale.
Sull’altro punto del Congresso, i controlli societari, il presidente dei commercialisti ha ricordato come sia centrale il collegio sindacale all’interno delle società e ribadita la situazione anomala, in questo senso, di molte Srl: “Molte delle Srl che oggi sono costituite in Italia – ha detto Longobardi -, non sono quelle immaginate dal legislatore della riforma del diritto societario del 2003, secondo il quale questa tipologia societaria doveva essere destinata esclusivamente a società caratterizzate da una ristrettissima compagine di soci e dalla forte accentuazione dell’elemento personalistico. L’attuale panoramica fotografa Srl di notevoli dimensioni anche con centinaia di dipendenti e con giro d’affari imponente”.
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