Gli italiani lo fanno meglio, si dice di solito. Un detto che vale anche per il franchising che, se non magari meglio, di sicuro lo fanno bene, come dimostra il fatto che le catene italiane in franchising aderenti a Confimprese prevedono circa 300 aperture in questo 2015.
Un trend di espansione che pone le sue basi saldamente in Italia, dove queste catene di franchising prima consolidano il proprio business, poi testano la loro formula e poi, grazie al know-how e al prodotto rigorosamente Made in Italy, vanno all’assalto dei mercati esteri.
Stando a quanto comunica l’Osservatorio sul Franchising e il Retali a cura di Confimprese, tra i marchi italiani pronti a debuttare all’estero vi sono realtà consolidate e brand nuovi. Per il 2015 prevedono di andare oltre confine Camomilla Italia, Ecornaturasì, Yamamay, Primadonna, Nau!, La Piadineria, a conferma del fatto che i settori più attivi sono quelli della ristorazione e dell’abbigliamento.
Tanti i Paesi interessati all’assalto del franchising all’italiana vi sono Arabia Saudita, Cina, Croazia, Francia, Germania, Polonia, Romania Russia, Usa, tanto che oltre il 30% degli associati a Confimprese ha sviluppato strategie di espansione in Paesi come Arabia Saudita, Corea del Nord, Russia, Cina.
Dalla loro parte, invece, per la diffusione del franchising italiano all’estero, gli Stati Uniti hanno delle condizioni economiche favorevoli, legati ai minori costi di trasporto in dogana e agli stipendi, inferiori di circa il 10-15% rispetto a quelli italiani.
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