Il turismo dovrebbe essere il volano per far uscire l’Italia dalla crisi. Dovrebbe, perché a livello istituzionale in tanti si dimenticano della sua strategicità e le stesse imprese del turismo, spesso, fanno di tutto per respingere anziché attrarre turisti e operatori.
Rimane un dato di fatto: lo scorso anno le imprese turistiche sono tornate ad assumere e molte lo faranno anche quest’anno. Nel 2014, infatti, il 68% delle aziende italiane del turismo ha assunto del nuovo personale (mediamente da 1 a 5 persone) e per il 2015 il 47% intende farlo di nuovo, bilanciando inserimenti stabili e stagionali.
I dati sono stati rilevati nel rapporto “Work in Tourism – Future Jobs Trends in the Tourism” Industry, elaborato da Manpower relativamente a 700 aziende del turismo in 8 Paesi. La ricerca analizzar i modelli organizzativi di queste imprese, tratteggiandone le aree strategiche di sviluppo e le figure di cui necessitano per competere su un mercato sempre più digitalizzato e globalizzato.
Per quanto riguarda il settore del turismo in Italia, la ricerca sottolinea come esso sia solido e importante, ma ne tratteggia un vizio di base. A differenza di quanto accade in altri Paesi, le figure professionali del turismo assunte in Italia sono dedicate alle attività storiche del settore e si investe poco in innovazione. Nonostante le imprese siano a conoscenza dei trend del mercato turistico.
È un disallineamento singolare, che porterà per quest’anno il 54% delle nuove assunzioni in ruoli di produzione (tipicamente, per gli hotel, accoglienza, cucina e sala), nonostante gli operatori sappiano bene come i trend di mercato parlino di digitalizzazione e specializzazione. Ma figure in linea con questi trend, ossia responsabili comunicazione, social media manager, business developer e marketing specialist non sono ricercate. Qualche inserimento in più nelle aree digital, mentre all’estero le assunzioni in produzione del settore del turismo sono il 34%, mentre sono più gettonate le aree commerciali e marketing.
Alla base di questo fenomeno il fatto che solo il 15% delle aziende italiane ritiene che le risorse disponibili sul mercato del turismo corrispondano alle esigenze aziendali, a causa di importanti carenze gap linguistiche e scarse di competenze di marketing e di digital marketing.
Sempre guardando all’estero, invece, Manpower rileva che nel 57% dei casi si assumono le figure strategiche e il 35% delle aziende rileva un allineamento del mercato rispetto alle necessità aziendali.
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