Il lavoro notturno, che coinvolge le aziende, e di conseguenza i dipendenti, in cui è prevista una turnazione di 24 ore, deve essere tutelato da norme ed applicazioni molto rigide e severe.
Si tratta di lavoro notturno se esso è caratterizzato da almeno 7 ore consecutive comprendenti l’intervallo 24:00-05:00. Pur non esistendo una disciplina collettiva, il lavoratore notturno può essere orizzontale (se di notte svolge almeno 3 ore del lavoro giornaliero) o verticale (almeno 3 ore per almeno 80 giornate lavorative in un anno.
Chi necessiti di inserire il notturno nella propria azienda, deve prima consultare le rappresentanze sindacali aziendali o le organizzazioni territoriali dei lavoratori. La consultazione si deve svolgere e concludere entro 7 giorni e l’orario non può superare in media 8 ore su 24 salvo diversa individuazione nei contratti collettivi anche aziendali.
Esistono categorie di lavoratori che per legge devono essere esentati dai turni di notte:
La normativa sul lavoro notturno non si applica a dirigenti, personale viaggiante del trasporto e altri lavoratori che possono disporre autonomamente del proprio tempo di lavoro.
I lavoratori notturni devono essere sottoposti, dal datore di lavoro, a controlli medici preventivi e periodici biennali, per verificare l’assenza di controindicazioni allo svolgimento dell’attività. Deve garantire, previa informazione alle rappresentanze sindacali, un livello di servizi o di mezzi di prevenzione o protezione adeguato ed equivalente a quello previsto per il lavoro diurno. Deve inoltre, previa consultazione con le rappresentanze sindacali, disporre per i lavoratori soggetti a rischi particolari, appropriate misure di protezione personale e collettiva.
In caso di violazione delle regole, il trattamento sanzionario è disciplinato all’articolo 18 bis del Dlgs 66/2003. Violando il divieto relativo a donne in gravidanza, ad esempio, il datore di lavoro è punito con arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 516 a 2.582 euro. Senza sorveglianza sanitaria è punito con arresto da 3 a 6 mesi o multa da 1.549 a 4.131 euro.
Qualora sopraggiungano condizioni di salute che comportino l’inidoneità alla prestazione di lavoro notturno, accertata da medico competente o strutture sanitarie pubbliche, il lavoratore viene assegnato al lavoro diurno in mansioni equivalenti, se esistenti e disponibili.
Vera MORETTI
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