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Turismo ok, ma non siamo ancora competitivi

I primi mesi estivi sono stati accompagnati da cifre e proclami trionfali relativamente all’afflusso di turisti nelle località italiane di mare. Numeri che devono la loro eccezionalità anche al paragone con un’estate 2014 pessima dal punto di vista meteorologico e del conseguente numero di turisti, ma che tutto sommato fanno ben sperare.

Europasia però prova a guardare un po’ più in là e, pur riconoscendo la positività della stagione, lancia un avvertimento: l’Italia non è ancora competitiva sul piano del turismo con i Paesi competitor, nonostante Expo, Giubileo e i molti segni più del 2015.

Secondo Achille Colombo Clerici, presidente di Europasia, questi i motivi dell’insoddisfacente investimento sul turismo: “Insoddisfacente la struttura alberghiera di medio livello, mancanza di grandi tour operator, inadeguata la strategia dei trasporti aerei da parte delle compagnie. Ma soprattutto è un’Italia del turismo fai-da-te priva di un sistema nazionale”.

Nel primo trimestre 2015, sulla base dei dati finora disponibili ad Europasia, gli arrivi negli esercizi ricettivi sono stati oltre 16 milioni di unità e le presenze quasi 49 milioni, con aumenti, rispetto al primo trimestre del 2014, dell’1,4% e dello 0,3%. Il trend positivo nel turismo si è incrementato nei mesi successivi e dopo sette anni consecutivi con segno meno il 2015 si presenta come l’anno della ripresa grazie anche ad Expo e al Giubileo che inizierà l’8 dicembre. Traducendo in cifre, 375-380 milioni di presenze (giorni-turista), un giro d’affari, compreso l’indotto, di 166 miliardi di euro (il 10,6% del pil) e una incidenza sull’occupazione dell’11,4%.

Ma prima di abbandonarsi ai facili entusiasmi, ricorda Europasia, è bene fare qualche paragone. La ripresa del turismo italiano si inserisce in un boom mondiale senza precedenti con 1.138 milioni di persone in giro per piacere, per cultura o per affari. A fronte di un +3% medio dell’Unione Europea – che già non brilla a causa della concorrenza di mete esotiche in continenti oggi più facilmente raggiungibili – per l’Italia si prevede un incremento dell’1,8%: manteniamo, è vero, il quinto posto al mondo per presenze e il sesto per spese dei turisti, ma siamo insidiati, per citare, persino dalla Thailandia.

A sostenere il settore del turismo restano, come al solito, gli stranieri. Pur rappresentando meno della metà del movimento turistico complessivo, sono in continua crescita dal 2010, limitando i danni delle forti contrazioni interne dovute alla recessione e innescando la ripresa. A cominciare da Expo, per il quale sono previsti 8 milioni di stranieri in più, che genereranno una spesa aggiuntiva stimata in 5,4 miliardi su un totale, sempre straniero, di quasi 50 miliardi previsto quest’anno.

Fin qui la proiezione sull’Italia. Domani vedremo il paragone con il turismo negli altri Paesi, terreno sul quale il Belpaese perde sempre più competitività.

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