Crisi economica e la tenuta del franchising

Il Salone Franchising Milano al via oggi è l’ennesima prova che il franchising è una soluzione alla voglia di imprenditorialità negli anni della crisi economica, un dato di fatto dimostrato dai numeri. Numeri come quelli relativi ai dati di chiusura del settore per il 2014 presentati da Assofranchising, dai quali emerge che il giro d’affari del settore ha chiuso l’anno in lieve calo (-1,2%), con un saldo positivo alla voce franchisor (+0,2%). Cala leggermente il numero dei punti di vendita in franchising (-2,6%), mentre è risultato di fatto stabile il numero de gli addetti occupati del settore (-0,5%).

I pochi segni meno che si rilevano tra i dati sono dovuti principalmente alla pesantezza di alcuni settori in franchising come quello immobiliare, della grande distribuzione organizzata, del food e, in parte, dell’abbigliamento. Un comparto, quest’ultimo dove particolari segmenti come quelli dell’intimo e della moda bimbo hanno dato però riscontri positivi.

Soddisfazioni sono venute invece da un settore storicamente trainante come quello della ristorazione in franchising, che nel 2014 ha fatto registrare performance significativamente positive.

Non può che essere improntato all’ottimismo, dunque, il commento di Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising e vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, secondo il quale il settore “sta subendo ormai da 6 lunghi anni, i colpi di una grave crisi economica che ha, tra gli effetti più gravi, colpito fortemente i consumi. Malgrado ciò, il franchising, anche se faticosamente, ha tenuto. Diversi indicatori segnalano la fine del lungo periodo di recessione e l’inizio di una sia pur ancora timida fase di sviluppo che, perché si consolidi, dovrà portare con sé, finalmente, una ripresa dei consumi. Se ciò, come tutti auspichiamo, si realizzerà, il franchising vedrà realizzarsi le condizioni per riprendere un percorso di crescita, viste le sue grandi potenzialità in termini di possibile maggiore penetrazione nell’apparato distributivo italiano, penetrazione oggi a poco meno del 7%, ancora sensibilmente ridotta rispetto ad altri grandi mercati europei come la Germania dove è al 14% o la Francia dove è al 14,5%, per non parlare degli Usa dove supera il 38%”.

Fiorelli ha fatto poi il punto sull’accordo stretto tra Assofranchising e Confcommercio-Imprese per l’Italia: “La partnership ha visto innanzitutto l’apertura su tutto il territorio italiano di 50 sportelli franchising presso altrettante Organizzazioni Provinciali di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Si tratta di veri e propri centri d’informazione e consulenza gratuita sul franchising per commercianti in attività che vogliono riposizionarsi in modo più competitivo sul mercato e per giovani e donne che vogliono avviare una attività in proprio in condizioni di minor rischio rispetto a farlo da soli”.