In una società in cui il lavoro in mobilità si sta diffondendo con sempre maggiore convinzione, è ormai un dato di fatto che, in azienda, il mobile è diventato sempre più non solo un valore strategico ma anche e soprattutto un valore economico.
Le aziende stanno pian piano prendendo consapevolezza di questo e della necessità di adottare sempre più, nel loro modello di business, strategie improntate alla cosiddetta Mobile Enterprise, come confermano i dati elaborati dall’Osservatorio Mobile Enterprise della School of Management del Politecnico di Milano.
Secondo questi dati, infatti, la dotazione di dispositivi mobili a supporto dei dipendenti si tradurrà, nel 2015, in un recupero di produttività pari a circa 10 miliardi di euro, proprio come conseguenza della diffusione della Mobile Enterprise.
Un processo che, nelle imprese italiane, è iniziato già lo scorso anno quando, per dotare i propri dipendenti di soluzioni di Mobile Enterprise, hanno speso circa 2,2 miliardi di euro (+18% rispetto al 2013). Secondo le stime del Politecnico, in questo 2015 il valore degli investimenti arriverà a 2,5 miliardi (+15%).
Investimenti sì, ma quali? Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Mobile Enterprise, la maggior parte degli investimenti che le aziende destinano al potenziamento della Mobile Enterprise va ai dispositivi: il 68% per l’acquisto di tablet, smartphone, notebook e device, il 25% per le applicazioni software, il 7% per le soluzioni di Enterprise Mobility Management.
Il lato meno brillante della situazione è però legato al divario di investimenti e di consapevolezza verso la Mobile Enterprise che c’è tra aziende medio-grandi e Pmi. Secondo quanto rileva l’Osservatorio, poco del 25% delle Pmi italiane assegna per il 2016 una priorità alta agli investimenti in progetti a supporto della Mobile Enterprise, quasi una Pmi su 4 non ha introdotto in azienda alcun dispositivo mobile- dato più preoccupante – e il 60% di loro afferma di non aver interesse all’introduzione di App a supporto del business.
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