Missione dei commercialisti italiani negli Emirati Arabi

I commercialisti italiani sbarcano negli Emirati Arabi. Nell’ottica di una crescente importanza dei processi di internazionalizzazione da parte delle imprese, che i commercialisti italiani sono chiamati a sostenere con la loro opera e le loro competenze, il Consiglio nazionale di categoria promuove una missione negli Emirati Arabi Uniti dal 2 al 7 novembre 2015, aperta a tutti i commercialisti italiani.

Non è un caso che la meta scelta come destinazione siano gli Emirati Arabi. Gli Stati del Golfo Persico, infatti hanno una elevata propensione a un regime di libero scambio ed è forte e risaputo il loro interesse nei confronti del made in Italy.

I commercialisti italiani che parteciperanno avranno l’opportunità di incontrare esponenti delle istituzioni locali, delle rappresentanze diplomatiche italiane, degli organismi finanziari, del mondo professionale locale e altri soggetti che supportano le attività di internazionalizzazione verso quell’importante mercato.

Il viaggio è anche un’opportunità per acquisire crediti formativi (8 per la precisione), che saranno erogati ai commercialisti italiani che si iscriveranno tramite la partecipazione a un seminario sugli incentivi e sulle strategie a sostegno dell’internazionalizzazione, organizzato dal Consiglio nazionale. Per info e adesioni scrivere a international@commercialisti.it entro il 16 ottobre 2015.

Finanziamenti alle imprese sociali

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto emanato dal ministero dello Sviluppo economico che istituisce un regime di aiuto per diffondere e rafforzare l’economia sociale. Al decreto, che reca la data del 3 luglio scorso, il Cipe ha fatto seguire lo stanziamento di 200 milioni per le cooperative e le imprese sociali attraverso il Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI).

Il regime di aiuto alle imprese sociali prevede finanziamenti agevolati per sostenere programmi di investimento per la creazione o lo sviluppo di imprese sociali. Condizione necessaria è che questi programmi siano avviati dalle imprese sociali successivamente alla presentazione della loro domanda di agevolazione. Le cooperative e le imprese sociali devono inoltre avere una delibera di finanziamento disposta da una banca per la copertura finanziaria del programma di investimenti proposto al FRI.

Il finanziamento agevolato alle imprese sociali e alle cooperative può avere una durata massima di 15 anni e il piano di ammortamento per la restituzione del credito sarà a rate semestrali costanti posticipate, in scadenza il 30 giugno e il 31 dicembre di ogni anno. A questo finanziamento ne va affiancato uno ordinario a tassi di mercati erogato da un istituto di credito. Ecco il perché della delibera di cui sopra.

Le spese ammissibili finanziabili dai programmi di investimento devono essere comprese tra 200mila euro e 10 milioni di euro. I programmi devono essere ultimati dalle cooperative e dalle imprese sociali entro 36 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento.

I finanziamenti agevolati sono erogati dalla banca in massimo sei soluzioni, più l’ultima a saldo, e sono erogati in relazione agli stati di avanzamento del programma. Modalità e criteri per l’accesso ai finanziamenti da parte di cooperative e imprese sociali, nonché i termini per la presentazione della domanda, saranno stabiliti in un secondo momento dal ministero dello Sviluppo economico, da quello dell’Economia e da quello del Lavoro.

Al via il roadshow di Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria

Intesa Sanpaolo prova a far capire alle imprese che le banche non sono degli avversari ma degli alleati nella corsa al business e lo fa con un roadshow congiunto insieme a Piccola Industria Confindustria: “Puntiamo sulle imprese. Per una ripresa oltre le aspettative”.

Il roadshow, che rilancia la partnership pluriennale tra Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria, punta a sensibilizzare le Pmi sulle opportunità che il panorama normativo offre in materia di innovazione.

Il roadshow di Piccola Industria Confindustria e Intesa Sanpaolo toccherà tutto il territorio nazionale per promuovere i contenuti della nuova policy a supporto dell’innovazione e far comprendere alle piccole e medie imprese italiane l’importanza di trasformarsi in Pmi innovative.

Il roadshow si aggancia alle novità introdotte dal cosiddetto Investment Compact, il quadro normativo sviluppato dal governo per realizzare una serie di iniziative a supporto delle Pmi innovative, prevedendo il loro riconoscimento in una sezione ad hoc del Registro delle Imprese ed estendendo loro alcune delle agevolazioni e semplificazioni previste per le startup innovative.

Ecco dunque che in alcune tappe del roadshow di Piccola Industria Confindustria e Intesa Sanpaolo saranno presenti anche il ministero dell’Economia e il ministero dello Sviluppo Economico, che illustreranno alle aziende le opportunità offerte dalla recente normativa in tema di innovazione.

Queste le prossime tappe del roadshow: Vicenza (8 ottobre), Ancona (12 ottobre), Forlì (19 ottobre), Bari (12 novembre), Ivrea (18 novembre).

Federauto sul caso Volkswagen

Il caso Volkswagen, oltre ad aver scosso dalle fondamenta il sistema industriale tedesco, ha avuto ripercussioni anche sull’intera filiera del settore auto a livello mondiale, prime tra tutte le concessionarie.

Ci eravamo infatti stupiti che Federauto, l’associazione che rappresenta i dealer ufficiali di tutti i brand commercializzati in Italia, non fosse ancora intervenuta sulla frode perpetrata da Volkswagen. Ecco allora che, puntuale, è arrivata la presa di posizione del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi: “Una vicenda che non ha precedenti – definisce il caso Volkswagen -. Ecco il perché del nostro silenzio”.

Durante questi giorni – prosegue Pavan Bernacchiabbiamo preferito tacere e nel frattempo capire e raccogliere elementi. Infatti, come era prevedibile, si è scritto tutto e il contrario di tutto. Gli interessi in gioco sono enormi perché parliamo del secondo produttore mondiale di autoveicoli che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone che, con l’indotto allargato, diventano milioni. E’ vero, qualcuno ha giocato sporco, ha truffato, ma è importante dire che le parti lese sono i clienti, gli Stati, ma anche i dipendenti del gruppo tedesco onesti, quasi la totalità, e i concessionari. Auspichiamo che cadano immediatamente le teste di tutti quelli che hanno posto in essere questa truffa, o che sapevano e non hanno denunciato, e siamo sicuri che il gruppo tedesco darà risposte tempestive e concrete ai danneggiati a partire dai clienti, alle Autorità, agli Stati e ai concessionari. Perché la bontà di un’azienda, o come in questo caso di una multinazionale, si misura proprio quando deve affrontare un grosso problema. E il gruppo tedesco verrà giudicato sulle ‘soluzioni’ che verranno messe in campo d’ora in avanti. Non abbiamo dubbi che andranno incontro alle richieste dei clienti, dell’opinione pubblica e della autorità di controllo“.

Anche Maurizio Spera, direttamente interessato in quanto presidente dei concessionari Volkswagen / Audi, dice la sua: “Sono sicuro che le preoccupazioni espresse dalla clientela possano essere superate, attraverso l’identificazione delle autovetture coinvolte, oltre alla comunicazione da parte del costruttore della soluzione tecnica che si intende adottare per regolarizzare le emissioni nel rispetto delle normative vigenti. Il tutto gratuitamente, è importante ricordarlo, anche se superfluo. Il fatto grave rimane, ma sapremo affrontare la situazione e risolverla nel migliore dei modi“.

Conclude Pavan Bernacchi: “Ritengo che la storia del Gruppo Volkswagen non possa essere cancellata da una truffa posta in essere da un numero esiguo di dipendenti e manager che, ripeto, vanno licenziati in tronco. I veicoli del gruppo teutonico sono affidabili, di qualità, dotati dei più moderni dispositivi di sicurezza. Certo ci vorrà tempo ma il management e i dipendenti onesti sapranno riconquistare la fiducia del mondo e dei clienti. Esprimo a nome dei colleghi di tutti i brand solidarietà ai concessionari e ai service partner del Gruppo Volkswagen, assicurandone il coinvolgimento attraverso le loro associazioni, affinché le possibili conseguenze sull’immagine e sulla stabilità del loro operato vengano tenute nella giusta considerazione sia da parte del costruttore che delle Istituzioni“.

Revisione del de minimis, il ruolo del CoLAP

Il CoLAP rivendica il proprio ruolo determinante nella riformulazione del de minimis di cui si sta discutendo in questi giorni nell’ambito delle misure di semplificazione fiscale allo studio del Governo e lo fa partendo dalle recenti dichiarazioni del viceministro dell’Economia e delle Finanze Casero: “Nella Legge di Stabilità si reintrodurrebbe l’aliquota al 5% per i primi 5 anni di attività poi al 15%, ristabilendo per la categoria dei professionisti la soglia di 30.000 euro, senza stavolta alcun limite di età”.

La proposta di riformulazione del de minimis – ricorda la Presidente del CoLAP Nazionale Alessandrucciè una delle nostre proposte contenute nella Road Map del CoLAP. Speriamo che sia davvero questa la formulazione che troveremo nella stabilità, non vorremmo scherzetti dell’ultimo minuto come l’anno scorso dove si prese una bella cantonata con il regime proposto. Il Governo apra le interlocuzioni con gli interessati, possiamo insieme costruire una proposta sostenibile e davvero incentivante per i professionisti. Vogliamo contribuire alla ripresa del Paese anche pagando le tasse, ma è necessario renderle giuste, eque e sostenibili”.

La stabilità ha dei compiti importanti per incoraggiare la ripresa del nostro Paese – continua la Alessandruccie per questo non si possono lasciare fuori i professionisti; necessaria la revisione del de minimis, ma il settore professionale italiano necessita di altri provvedimenti, non solo fiscali: dobbiamo agire sulla semplificazione, sulla competitività, sulla maggiore apertura del mercato professionale. Le nostre proposte racchiuse nella Road Map CoLAP sono uno spunto importante da cui partire, vorremmo trovare essere ascoltati, non per rivendicare, ma per costruire insieme”.

Fungeremo da esempio – conclude la Presidente -: questo è il nostro modo costruttivo di contribuire alla ripresa del nostro Paese”.

Delega fiscale, alcune novità – Parte II

Ieri abbiamo visto alcune delle novità introdotte dagli ultimi decreti attuativi della Delega fiscale approvati la scorsa settimana. Ci siamo soffermati nello specifico sull’istituto dell’interpello e sulla tutela cautelare. Oggi vedremo altri due punti salienti.

Intanto, una delle novità più significative della riforma del contenzioso tributario modulata dalla Delega fiscale riguarda l’esecutività delle sentenze, che diviene immediata. Si parla di sentenze che riguardano l’azione di restituzione di tributi a favore del contribuente, l’impugnazione di un atto impositivo e il ricorso avverso gli atti riguardanti le operazioni catastali.

Relativamente all’esecutività delle sentenze a favore del contribuente, nel caso di pagamenti superiori a 10mila euro il decreto attuativo della Delega fiscale dispone che potrà essere richiesta garanzia idonea, il cui onere graverà sulla parte soccombente in giudizio. Se invece si parla di immediata esecutività per le sentenze a favore dell’amministrazione finanziaria, rimane valido il meccanismo della riscossione frazionata del tributo. Una misura presa per non aggravare ulteriormente la situazione del contribuente in un periodo ancora difficile per molti a causa della crisi economica.

L’ultimo aspetto che trattiamo relativo alla Delega fiscale è quello dell’allargamento dello strumento della mediazione, nell’ottica di ridurre il contenzioso tributario. Ricordiamo che, attualmente, lo strumento della mediazione riguarda solo gli atti dell’Agenzia delle Entrate che abbiano un valore non superiore ai 20mila euro.

Ebbene, la Delega fiscale prevede che il reclamo sia esteso a tutte le controversie, comprese quelle che erano prima escluse, come quelle catastali; inoltre, l’estensione della mediazione è ora indipendente dal soggetto impositore: vengono così inclusi sotto il profilo soggettivo anche i concessionari della riscossione e, soprattutto, Equitalia. Altra estensione della mediazione prevista dalla Delega fiscale è quella al giudizio d’appello, mentre precedentemente si fermava al primo grado di giudizio.