Imprese, cresce l’insicurezza dopo Parigi

Imprese, cresce l’insicurezza dopo Parigi

Gli attentati di Parigi dello scorso venerdì e la tensione ormai altissima in tutta Europa per le minacce dell’Isis minano anche il clima di fiducia delle imprese italiane. Dopo Parigi infatti cresce l’insicurezza nelle imprese.

Secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano svolta nei giorni immediatamente successivi agli attentati, il 14% delle imprese ha più paura. Vorrebbero in città e anche nella propria azienda più prevenzione, più controlli e più intelligence.

L’indagine è stata svolta su oltre 300 persone nelle imprese e circa il 60% degli interpellati si sente meno sicuro (circa il 20% si sente molto meno sicuro di prima, il 35% meno sicuro), circa il 30% sicuro come prima.

Le imprese vorrebbero più intelligence da parte dello Stato (circa 20%) e sono disponibili a investire in prevenzione e controlli nella propria azienda (circa 28%).

Non c’è, però, paura o diffidenza nei confronti degli stranieri, che sono apprezzati nelle imprese le quali hanno addetti nati all’estero in circa il 50% dei casi. Sono scelti per la loro maggiore disponibilità e adattabilità e sono aiutati dalle imprese per la documentazione e per l’inserimento sociale, perché nei titolari e nei colleghi trovano un amico e perché riconoscono le loro feste. Secondo l’indagine, si integrano meglio gli europei, soprattutto dell’est e i sudamericani, gli africani, i nord americani, gli asiatici e infine gli arabi.

Per chi lavora, in azienda i simboli religiosi vanno tutti tollerati (36%) o ridotti (20%). Gli immigrati dovrebbero adeguarsi alle usanze locali, almeno in parte. Per favorire l’integrazione chiedono il controllo degli ingressi dei clandestini, corsi ed esami di lingua e cultura per stranieri, luoghi di aggregazione con i concittadini.

Anche sotto il profilo degli addetti, le imprese del territorio dimostrano un buon feeling con gli stranieri: è infatti straniero un neo assunto su dieci. Negli ultimi tre mesi in Lombardia le assunzioni di stranieri sono circa una su dieci dei 27.400 posti di lavoro offerti dalle imprese.