Gli stranieri stanno aiutando il tessuto produttivo dell’Italia a non collassare. Secondo quanto emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati del registro imprese al terzo trimestre 2015, lo scorso anno in Italia. In Italia c’è stato un saldo negativo di 10mila imprese, -0,2%. Sono 35mila quelle in meno degli italiani, -0,7%, compensate dalle +25mila degli stranieri.
In quattro anni gli stranieri hanno attivato 79mila imprese in più e hanno bilanciato la perdita di imprese che si è fermata al -2,6%, anche se le imprese di italiani hanno fatto segnare un -4,4%. A Roma le imprese sono cresciute dell’1% in un anno, 3.500 in più delle quali ben 2.900 aperte da stranieri. A Napoli la crescita è stata dell’1,6%, +3.600 imprese e 3.300 di stranieri.
La Camera di commercio di Milano ha naturalmente fissato la propria attenzione sull’andamento delle imprese di italiani e di stranieri in Lombardia, in città e nelle province lombarde. Ha scoperto che in quattro anni in Lombardia le imprese hanno tenuto, grazie agli stranieri che hanno creato 16mila imprese in più, +21%. Se fosse per gli imprenditori italiani le imprese sarebbero 30mila in meno, -4,1%. Le imprese straniere contengono il calo a un -1,7%.
Anche nell’ultimo anno il trend è confermato, con 5mila imprese straniere in più in regione che hanno controbilanciato le 4mila italiane in meno e hanno fatto chiudere la regione col dato positivo di 1000 in più. Si è attestata a +0,2% la crescita delle imprese lombarde, grazie al +6,1% degli stranieri, altrimenti ci sarebbe stato un -0,6%.
Milano, Monza, Bergamo e Varese hanno avuto i maggiori benefici nel 2015 dal saldo italiani-stranieri: a Milano la crescita degli italiani del +0,4% è diventata un aumento dell’1,6%, a Monza il calo italiano di -0,3% è diventato un +0,4%, Bergamo ha chiuso in parità anziché calare del -0,8%, Varese è rimasta stabile invece di perdere lo 0,6%.
Secondo l’indagine della Camera di commercio, effettuata a fine 2015 su circa 400 imprenditori, gli stranieri sono apprezzati nelle imprese e circa 1 su 2 ha addetti nati all’estero. Scelti per la maggiore disponibilità e adattabilità, sono aiutati dalle imprese per la documentazione, per l’inserimento sociale, perché nei titolari e nei colleghi trovano un amico e perché riconoscono le loro feste. Si integrano meglio gli europei, soprattutto dell’Est, e i sudamericani, gli africani, i nord americani, gli asiatici e infine gli arabi.
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