Gli avvocati italiani entrano nel dibattito sulle unioni civili e lo fanno da un punto di vista strettamente professionale. Dopo l’approvazione del testo di legge sulle convivenze di fatto, il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha ricordato come, in passato, aveva già avuto modo di sottolineare in più occasioni il contributo dato dagli avvocati italiani alla promozione della tutela dei diritti fondamentali.
Secondo il CNF, quindi, il fatto che nel testo di legge siano state affidate agli avvocati italiani, come richiesto dal CNF stesso, funzioni di estrema rilevanza come quella di contribuire, grazie alla scrittura privata da loro autenticata, alla redazione dei nuovi contratti di convivenza, costituisce un riconoscimento della funzione istituzionale e sociale dell’Avvocatura.
Gli avvocati italiani non entrano quindi nel dibattito politico e ideologico in materia di unioni civili, ma sottolineano con forza che, con il contributo e l’impegno dell’avvocatura, potranno essere stipulati accordi formali e vincolanti idonei a tutelare i valori affettivi di tutte le persone, in particolare dei più deboli.
Del resto, sul tema delle unioni civili l’Avvocatura ha sempre mantenuto un atteggiamento super partes, privilegiando l’analisi delle ricadute che le nuove disposizioni di legge avranno sulla professione forense, anziché entrare nel dibattito strettamente politico. Come è giusto che sia.
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