Quando c’è una crisi economica, il primo settore che dà segni di cedimento è quello immobiliare. La gente ha meno liquidità, le banche chiudono i cordoni della borsa, le case si vendono di meno, l’edilizia rallenta, imprese e fornitori del settore soffrono e chiudono. È il triste domino del declino immobiliare.
Per fortuna, però, il settore immobiliare è anche uno di quelli che, alle prime avvisaglie di ripresa, rialza la testa prima degli altri. È quello che, per fortuna, è successo lo scorso anno in Italia secondo l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa.
L’Ufficio ha infatti elaborato un’analisi sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, studiando l’andamento delle compravendite nel settore immobiliare nelle grandi città italiane nel 2015: il risultato è che una serie di fattori – dal ribasso dei prezzi, alla maggiore disponibilità delle banche a erogare mutui, ai tassi di questi ultimi particolarmente vantaggiosi – ha fatto ripartire il mercato immobiliare italiano.
Secondo l’analisi, a livello nazionale le compravendite residenziali nel 2015 sono state 444.636, +6,5% rispetto al 2014. Tutte le principali città italiane hanno mostrato volumi in aumento e tra esse spiccano in positivo i casi di Bari, Milano e Palermo. La prima ha fatto segnare un +17,6% su base annua, la seconda un +13,4%, la terza un +13%.
Da segnalare l’andamento anomalo del mercato immobiliare di Roma. Nella Capitale, lo scorso anno, si sono concluse circa 27.400 compravendite, il numero più alto tra le città analizzate (Milano, al secondo posto, ne ha concluse il 33% in meno), ma l’andamento dei prezzi è rimasto pressoché stabile: +0,8%.
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