La fine del regime di sanzioni economiche nei confronti dell’Iran ha scatenato la corsa dei Paesi manifatturieri a riallacciare rapporti economici con il Paese. L’Italia, per una volta, si è mossa per prima e durante la recente visita del premier Renzi a Teheran, l’amministratore delegato di Saipem Stefano Cao e Ali Yadghar, suo omologo per la compagnia iraniana Razavi Oil & Gas Development, hanno firmato un memorandum of understanding su un importante progetto da sviluppare nel Paese.
Un bel colpo per Saipem, dal momento che il memorandum è relativo a una possibile collaborazione tra le due aziende per i lavori di sviluppo del giacimento Toos Gas Field Development Project, a circa 100 chilometri a nordovest della città di Mashhad. Il giacimento potrebbe essere una miniera d’oro per Saipem: si stima infatti che disponga di più di 60 miliardi di metri cubi di metano, con una capacità di produzione di circa 4 milioni di metri cubi di gas al giorno.
Il progetto di sviluppo su cui si sono accordati Saipem e la compagnia iraniana prevede la perforazione di 5 pozzi oltre a 2 opzionali, nonché la progettazione e la realizzazione degli impianti collegati all’estrazione, al trasporto e al trattamento finale del gas.
La missione di Saipem in Iran fa seguito a quella del gennaio scorso, all’indomani della fine delle sanzioni, quanto la società firmò altri accordi con la National Iranian Gas Company e con la Persian Oil & Gas Development Company, quest’ultimo per i lavori di ammodernamento e potenziamento delle due raffinerie nel Paese.
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