I consulenti del lavoro ancora sul Jobs Act

I consulenti del lavoro ancora sul Jobs Act

I consulenti del lavoro intervengono ancora una volta nel dibattito sul Jobs Act e lo fanno con un documento che contiene le proposte di modifica ai suoi decreti attuativi. Il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro lo ha presentato nei giorni scorsi in audizione alla commissione Lavoro della Camera.

Diversi sono i punti del Jobs Act per i quali i consulenti del lavoro auspicano dei correttivi. Intanto, è stata proposta l’applicazione di una procedura di diffida qualora la comunicazione del voucher in agricoltura avvenga dopo i 60 minuti previsti dall’inizio della prestazione lavorativa e comunque prima del suo effettivo inizio.

Poi, i consulenti propongono di fissare una base convenzionale imponibile equa relativamente al contributo addizionale a carico delle imprese che presentano domanda di integrazione salariale; tale base imponibile può essere individuata nell’indennità dovuta per le ore di lavoro non prestate.

I consulenti intervengono anche sulla durata massima complessiva dei trattamenti, chiarendo che “si ritiene iniquo far rientrare nel computo massimo di integrazione salariale anche gli eventi meteorologici, in quanto del tutto imprevedibili e indipendenti da qualsiasi andamento di mercato“.

I consulenti del lavoro esprimono anche un giudizio critico sulla possibilità di trasformare i contratti di solidarietà difensivi, in vigore da almeno 12 mesi o stipulati prima dell’1 gennaio 2016, in contratti di solidarietà espansivi nelle aziende in stato di crisi.

Vengono richieste modifiche anche sulla durata della cassa integrazione straordinaria, per la quale i professionisti propongono “la totale abolizione del contingentamento, in quanto la riduzione temporale e l’introduzione della contribuzione aggiuntiva hanno già limitato in modo significativo l’intervento della cassa integrazione guadagni“, poiché tale contingentamento è “una misura eccessiva e del tutto inopportuna, stante la gravissima crisi economica“.

Modifiche auspicate anche in merito alla procedura telematica di convalida delle dimissioni in bianco. Il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro la ritiene inefficace, ricordando invece “la necessità di reintrodurre quanto già previsto dalla legge Fornero, ovvero la possibilità di procedere, in alternativa alle dimissioni e risoluzione consensuale del contratto di lavoro con modalità telematica, alla convalida presso la Direzione territoriale del lavoro competente“. In questo modo, qualora “le dimissioni non venissero convalidate in nessuna delle due modalità entro 7 giorni dalla ricezione dell’invito a convalidarle, si procederà alla risoluzione del rapporto di lavoro, evitando alle imprese un ulteriore aggravio di costi per il ticket licenziamento“.

Infine, i consulenti ne hanno anche per l’Anpal che, secondo loro, dovrebbe avere “l’opportunità di prevedere che il sistema informativo unico delle politiche del lavoro possa attingere informazioni anche da banche dati di soggetti privati accreditati e-o autorizzati e che le comunicazioni di assunzione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro siano obbligatoriamente comunicate per via telematica unicamente all’Anpal, che le metterà a disposizione dei centri per l’impiego, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dell’Inps, dell’Inail e dell’Ispettorato nazionale del lavoro per le attività di rispettiva competenza“.