I souvenir che muovono l’economia
In Italia ci sono quasi 20mila imprese che commerciano souvenir del nostro Paese
Che cosa c’è di meglio di un souvenir per ricordarsi di una bella vacanza? E che cosa c’è di meglio di un souvenir per far girare l’economia? Quella del commercio dei ricordini è infatti un’impresa piuttosto florida in Italia, come ha rilevato un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese attive al primo trimestre 2016 e 2015.
Nel nostro Paese primeggia Roma, con 1.666 imprese di souvenir, seguita da Napoli (1.573) e dall’area intorno a Milano (873). In queste tre zone si concentra il 22% delle 18.840 imprese italiane che traggono guadagno dal ricordino di un viaggio in qualche località dello Stivale.
Al quarto posto per imprese di souvenir è Venezia (680) che con le sue vetrerie e i merletti tipici ottiene la leadership negli oggetti di artigianato (182 imprese). Roma domina nel commercio di arredi sacri ed articoli religiosi (70 le attività dedicate a souvenir di questo tipo, mentre Napoli invece primeggia nella vendita di bomboniere (145 imprese) e Milano si distingue per la distribuzione di oggetti d’arte (259).
Proprio Milano è la capofila regionale del commercio di souvenir in Lombardia, dove sono attive circa 2mila imprese, il 10,4% del totale nazionale, con Milano (873 attività), Brescia (223) e Bergamo (211) a trainare il settore.
Ed è, questo, un settore a prevalenza femminile: le attività individuali sono 1.068, il 55% del totale, di cui 553 (51,8%) con un titolare donna. Le quote rosa si localizzano soprattutto a Mantova (71,7%), Monza e Brianza (64,2%) e Varese (63,4%), meno a Milano (25%).
Infine, in dato interessante rilevato dalla Camera di commercio. In Lombardia, un’impresa individuale su sei è guidata da un titolare straniero con 222 attività addette alla vendita di souvenir locali. Cinesi (51, 4,1%) e bengalesi (42, 3,4%) sono i primi nel settore. Segno dei tempi…