Baby sitter? Uomo è meglio

Chi ha detto che baby sitter è un nome femminile? Complice anche la crisi, che induce molte persone a reinventarsi, sono sempre di più gli uomini che scelgono di cimentarsi come baby sitter. E il business pare abbia un futuro.

Secondo la start-up Vicker, che ha sviluppato l’unica app riconosciuta dal ministero del Lavoro che mette in comunicazione chi cerca un servizio qualificato e in regola, con chi si candida a svolgere con professionalità una mansione per la quale si sente portato, il baby sitter uomo è visto come “affidabile, discreto, paziente e poliedrico”.

Il profilo emerge da uno studio promosso da Vicker, in collaborazione con l’associazione Donne e Qualità della Vita, della psicologa Serenella Salomoni.

Secondo lo studio, sempre più genitori ricorrono a baby sitter maschi, per diversi motivi: l’uomo ha più pazienza nel gestire i bambini nel 59% dei casi, gioca volentieri nel 63% delle situazioni, si innervosisce meno 55%, è più puntuale nel 42% dei casi e ritenuto dagli stessi genitori più affidabile (nel 53% dei casi).

Inoltre, spiega ancora lo studio, i baby sitter di sesso maschile sono più ricettivi rispetto ai consigli e alle indicazioni delle mamme, abbassando così il rischio di dinamiche competitive: lo pensa il 33% del campione.

Gli uomini per il 52% sono anche più creativi delle baby sitter donne, per il 20% sono più portati per le attività fisiche e utilizzano un linguaggio comprensibile per i più piccoli.

Tutto rose e fiori, quindi? Non proprio. Per il 66% di chi ha partecipato allo studio, gli uomini sono più disordinati, per il 64% hanno meno competenza nel preparare pranzo e alimenti per i piccoli.

Infine, il 33% degli psicologi dell’infanzia interpellati da Vicker ritiene i baby sitter uomini troppo permissivi e il 44% più soggetti ad ansia e agitazione in caso di emergenze e imprevisti.

In effetti – dice Luca Menti, cofondatore insieme a Matteo Cracco di Vicker – su Vicenza e Roma, le prime due città in cui abbiamo lanciato Vicker a pieno regime, il 35% degli utenti che ha richiesto un servizio di baby sitting ha poi scelto un uomo. E a Milano e Padova, dove abbiamo lanciato rispettivamente una e due settimane fa la campagna per la ricerca dei lavoratori per poi rendere il servizio operativo al 100% entro fine mese, più o meno un terzo delle persone che si sono candidate come baby sitter sono di sesso maschile”.

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