Nei giorni del post terremoto, Assoedilizia si è spesa più volte in commenti sullo stato del patrimonio edilizio italiano, sottolineando a più riprese storture e incongruenze della situazione urbanistica ed edilizia del nostro Paese.
Secondo notizie di stampa, il viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini ha parlato di una carta di identità dell’edificio che ne documenti il titolo edilizio, le varianti, i collaudi, e quant’altro, ai fini dell’attestazione della staticità degli edifici. Carta d’identità che, ricorda Assoedilizia, una legge dovrebbe rendere obbligatoria almeno per le Zone 1 e 2, quelle a più alto rischio sismico.
Da Cernobbio, dove ha partecipato ai lavori dell’annuale Meeting Ambrosetti, commentando l’affermazione di Nencini, il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici ha dichiarato: “Perché la carta d’identità degli edifici possa essere di una qualche utilità ai fini della sicurezza degli immobili e dei cittadini, dev’essere redatta e rilasciata dalla Pubblica Amministrazione competente e non dev’esser confezionata dai privati. Pubblica Amminisstrazione che, peraltro, è l’unica depositaria dei dati, delle informazioni, degli atti che riguardano lo stato degli immobili”.
“Ma, ovviamente – ha proseguito Colombo Clerici -, non prima di aver effettato adeguati controlli al fine di verificare la esatta rispondenza dello stato di fatto degli edifici stessi alle risultanze ufficiali”.
“È infatti questo l’unico modo per garantire che non si dia adito a carte d’identità di comodo – ha concluso il presidente di Assoedilizia -, come potrebbe avvenire se il compito fosse posto a carico dei privati”.
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