Vendemmia, Uiv: tornare a investire sul consumatore italiano

Vendemmia, Uiv: tornare a investire sul consumatore italiano

Nella lunga lista delle associazioni che hanno fatto le loro previsioni sulla vendemmia 2016, non poteva mancare l’Unione Italiana Vini, che le ha presentate nei giorni scorsi insieme a Ismea al ministero dell’Agricoltura.

Così come Coldiretti e Assoenologi, anche l’Uiv ha sottolineato come la vendemmia 2016 sarà una delle migliori in termini qualitativi, ma ha anche posto l’accento sul primato che il vino italiano avrà quest’anno rispetto ai suoi concorrenti storici, quello francese e quello spagnolo.

Secondo l’Unione Italiana Vini, infatti, nei due Paesi la vendemmia 2016 sarà critica, poiché calerà in quantità del 10% in Francia e non riuscirà a decollare in Spagna. Da noi resterà sostanzialmente stabile, posizionando l’Italia come leader mondiale del vino.

Secondo il presidente di Uiv, Antonio Rallo, “il 2016 potrebbe confermare i volumi del 2015. La raccolta è stata sicuramente ottima e tutto fa ben sperare, anche se i risultati si tirano quando tutte le uve sono in cantina. L’Italia dovrebbe confermare il proprio primato a livello internazionale, poiché la Francia ha un calo della produzione del 10%, la Spagna conferma i dati dello scorso anno e il Portogallo registra una diminuzione del 20%“.

Sempre secondo Rallo, la leadership ritrovata è solo un punto di partenza, poiché sarà necessario “trasformare il rinnovato primato produttivo mondiale anche in un’eccellente performance commerciale, semplificando e razionalizzando l’offerta del prodotto, secondo il modello seguito prima dal Prosecco e oggi dalla Doc Pinot Grigio delle Venezie, dove l’integrazione della filiera produttiva non ha sacrificato le specificità territoriali“.

Anche per l’Unione Italiana Vini, il punto debole del 2016 rimane però, paradossalmente, la domanda interna. Mentre i primi 5 mesi del 2016 confermano il trend di crescita attorno al 5%, “le imprese devono tornare ad investire sul consumatore italiano“, ha concluso Rallo.

Ma, purtroppo, si tratta di dinamiche macroeconomiche sulle quali un’ottima vendemmia e una altrettanto ottima qualità dei vini prodotti possono incidere ben poco.