Ormai sembra davvero la volta buona per il ddl lavoro autonomo. Passato il testo al Senato, è ora in attesa del via libero definitivo dalla Camera e contiene parecchie importanti novità per chi lavora a partita Iva.
Il ddl lavoro autonomo estende le tutele sul welfare, per esempio nei confronti delle lavoratrici che diventano mamme e che potranno ottenere l’indennità di maternità anche continuando a lavorare.
In caso di malattia e infortunio, il lavoratore li deve comunicare per sospendere la prestazione, sospensione che però è vincolata al fatto che l’interesse del committente venga meno.
Il ddl lavoro autonomo prevede che il rapporto di lavoro possa essere sospeso senza diritto al corrispettivo, nei casi di gravidanza, infortunio e malattia, per un periodo non superiore a 150 giorni per anno solare; prevista anche la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi per la durata della malattia e dell’infortunio, fino a un massimo di 2 anni, qualora l’infortunio o la malattia siano così gravi da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa per più di 60 giorni.
Riconosciuto, però, un aspetto sul quale si è insistito molto in fase di elaborazione del ddl lavoro autonomo: la malattia certificata come conseguente a terapie oncologiche viene equiparata alla degenza ospedaliera.
Novità anche in tema di smart working. Il ddl lavoro autonomo prevede che al lavoratore “agile” spettino un trattamento economico e normativo non inferiore a quello applicato a chi svolge le medesime mansioni all’interno dell’azienda.
Applicati anche gli incentivi fiscali e contributivi riconosciuti sugli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato.
Sul fronte delle remunerazioni, il ddl lavoro autonomo blocca le clausole che prevedono il pagamento oltre i 60 giorni dalla consegna della fattura al cliente.
Sul fronte delle spese di formazione il ddl lavoro autonomo prevede maggiori deduzioni per le partecipazioni a convegni, congressi o corsi di aggiornamento, con spese deducibili al 100% fino a 100mila euro/anno, esclusi vitto e alloggio esclusi, e fino a 5mila euro/anno per servizi personalizzati organizzati dai centri per l’impiego.
Incentivata l’aggregazione dei professionisti in reti, consorzi o forme associate per avere minori vincoli nel concorso a un appalto o all’assegnazione di lavori privati.
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