Festività dei defunti e imprese, qualche numero

Oggi è la ricorrenza dei defunti, festività religiosa che coinvolge un settore d’impresa assai diffuso sul territorio italiano. Una delle regioni nelle quali la ricorrenza dei defunti coinvolge più imprese è la Lombardia, come ha potuto constatare la Camera di commercio di Milano.

Secondo un’elaborazione effettuata dalla Camcom meneghina sui dati del registro imprese a giugno 2016 e 2015 relativi alle localizzazioni, tra sedi di impresa e unità locali, sono 1.836 le imprese funebri attive in Lombardia nel 2016 su 12.540 presenti in Italia, il 14,6% del totale nazionale.

Nel settore funerario e dei defunti, sono soprattutto pompe funebri (1.485 attività) ma ci sono anche 351 attività nel commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali. Un comparto che cresce in regione dell’1,5% tra 2015 e 2016 e del 2,2% in Italia.

Milano è prima in regione con 503 attività, +3,3% in un anno, e un peso del 27,4% sul totale regionale. Seguono Brescia (309 attività, 16,8%), Bergamo (195, +2,6%) e Varese (158). Sopra le cento attività anche Pavia, Mantova e Monza e Brianza, provincia nella quale, in un anno, si è registrata la crescita più elevata, +6,5%.

E, quando si parla di ricorrenza dei defunti, non si può non parlare del mercato dei fiori, nel quale si conferma la stabilità nei prezzi. Come da tradizione, il fiore più acquistato per la festa dei defunti è il crisantemo (prezzi stabili compresi tra 1,50 e 2,50 euro). Lo rilevano l’Associazione giardinieri, floricoltori, fiorai e pulitori dei cimiteri e l’Associazione dettaglianti fiori e piante aderenti a Confcommercio Milano. Secondo la qualità, il prezzo di un mazzo di crisantemi (7 rami) può variare dai 10 ai 30 euro.

Terremoto, le imprese e i comuni in ginocchio

L’Italia continua a essere scossa e devastata dal terremoto e anche le imprese sono in forte difficoltà a causa del sisma. Sono 7.378 le imprese dei comuni più coinvolti dal terremoto di questi giorni, nelle aree soprattutto di Macerata e Perugia.

Una economia prevalentemente agricola (30%) e industriale (industria 9% e costruzioni 16%), ma in cui cresce il settore turistico (+8%). L’agricoltura perde il 10% in cinque anni, l’industria il 9%, le costruzioni il 17%.

Il commercio tiene con un -3%, mentre crescono alberghi e ristoranti +8% e pesano oggi il 7% di tutte le imprese, nonostante il terremoto. Crescono i servizi alle imprese di circa il 10%. Le imprese in totale sono in calo del -0,6% in un anno e del -6,6%, 525 in meno, in cinque anni. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2016, 2015 e 2011, sulle zone colpite dal terremoto in questi giorni, secondo alcuni comunicati della Protezione Civile.

Sono 239.917 le imprese nei comuni più soggetti a terremoti in Italia, il 5% dei circa 5 milioni di imprese italiane con 439mila addetti, il 3% del totale nazionale e un fatturato da 26 miliardi. Economia in ripresa, con circa 1.000 imprese in più un anno grazie al turismo. Sono infatti 400 le imprese in più nel settore alloggio e ristorazione, +2,5%.

Rispetto al dato nazionale si tratta di un’economia più agricola (24% delle imprese dell’area, il 9% in più che in Italia) e commerciale (primo settore con 30% delle imprese dell’area, il 2,7% in più che in Italia). Minore il peso delle costruzioni (12,4%, il 2,3% in meno della media italiana) e del manifatturiero (8%, 1,7% in meno).

Anche questi dati emergono da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2016, 2015 e 2011, sulle zone sismiche, livello 1, secondo la classificazione sismica al 2015 della Protezione Civile.

L’economia di queste aree soggette a terremoto è aumentata nell’ultimo anno di circa mille imprese, +0,4% rispetto al +0,2% in Italia. In crescita anche gli addetti, + 5% dai 418mila di un anno fa. Una ripresa che si stava verificando e che interrompeva il calo di imprese in cinque anni, 6mila in meno del 2011.

Primi comuni per numero di imprese nelle aree più soggette a terremoto sono: Messina con quasi 14mila, Reggio Calabria con circa 13mila, Cosenza, Lamezia Terme (CZ) e Potenza con 6mila, Benevento e Foligno (PG) con circa 5mila.

Primi comuni per fatturato: Messina e Melfi (PZ) con quasi due miliardi, Benevento, Osoppo (UD), Foligno (PG) e Potenza con oltre un miliardo. Tra i Comuni con maggiore crescita di imprese in cinque anni: Reggio Calabria con 600 imprese in più, Lamezia Terme e Rende (CS) con 400. Tra quelli meno grandi: Viggiano (PZ, +17%), Pozzilli (IS) e Zumpano (CS, +12%), Falconara Albanese e Pedace (CS, +20%).

Imprese editoria, vince la Lombardia

Sono 11mila le imprese lombarde nell’ editoria, su un totale italiano di 61 mila, una su cinque. 42mila gli addetti su 162mila in Italia. Il settore ha meno imprese, ne perde il 2% in un anno. È di 6,3 miliardi il fatturato di Milano sugli 8 lombardi e sui 17 nazionali. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2015, 2014 e 2010.

A Milano sono oltre 5mila le imprese nell’ editoria su un totale nazionale di 61mila. Circa mille le imprese a Brescia, Bergamo, Monza e Varese. Circa cinquecento a Como e Pavia. Gli addetti italiani, 162mila, si concentrano a Milano, 25mila. In Lombardia a Bergamo ci sono circa 5mila addetti, a Brescia circa 3mila, a Varese e Monza circa 2mila.

Per imprese, in Italia, prime le province di Milano e Roma con oltre 5mila imprese: Milano supera la capitale nella produzione editoriale e Roma ha edicole più numerose. A Napoli ci sono oltre 3mila imprese, a Torino oltre 2mila.

Poveri nonni…

Il 39,6% dei pensionati italiani, pari a circa 6,4 milioni di persone, ha un reddito da pensione inferiore a a 1.000 euro al mese. Lo si legge sull’Osservatorio Inps sul casellario dei pensionati riferito al 2015. Prendere qualcosa dalle pensioni d’oro?

Conto alla rovescia per il Salone Franchising Milano

Prosegue nel 2016 la crescita del franchising, una crescita non impetuosa, ma costante negli ultimi due anni: il primo semestre del 2016 fa segnare infatti un aumento del fatturato dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2015.

I settori trainanti sono l’abbigliamento, che segna + 2,3% del fatturato, e il food con il + 2%.
Il fatturato del franchising nel 2015 è di 23 miliardi di euro: un settore che conta 950 aziende franchisor e 51mila negozi in affiliazione, dà lavoro a 188mila persone e si riunirà nel tradizionale incontro annuale, il 31esimo Salone Franchising Milano, dal 3 al 5 novembre 2016 a Fieramilanocity.

Le merceologie più ricercate dai potenziali affiliati nel 2016 sono: abbigliamento (25%, con un aumento del 9% già nel primo semestre 2016), food (28,3%), servizi ai privati, cioè i servizi a domicilio o in negozio per la cura della persona (11,7%), commercio specializzato (12,5%), articoli per la persona (14%), servizi per le imprese (2,5%), prodotti per la casa (3,5). In crescita rispetto al 2015 anche le donne, +5,5%, e i giovani under 35,+10%.

Cresce l’abbigliamento specializzato, come intimo, camicerie, calze – ha commentato Antonio Fossati, Presidente del Salone – ed il food altrettanto specializzato, si vedano i negozi per celiaci, vegetariani, i ristoranti a tema, le friggitorie e le pizzerie. Ma oltre ai grandi brand del franchising stanno crescendo anche franchisor che riscoprono i vecchi mestieri (sartoria, macelleria, pasticceria) e li ripropongono al grande pubblico”.

“Altra novità interessante è il Social Franchising – ha aggiunto Fossati – cioè l’applicazione del modello franchising a servizi di utilità sociale come centri per disabili, tossicodipendenti, anziani. Una visione supportata anche dalla Comunità Europea. Il franchising si conferma dunque come settore sempre innovativo, utile alle aziende e naturalmente a chi vuole diventare imprenditore di sé stesso”.