Lo spesometro trimestrale contenuto nel decreto fiscale non convince per nulla i commercialisti, come ha dichiarato apertamente il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi, durante un’audizione sul decreto fiscale nelle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera.
“Condividiamo la necessità di contrastare il fenomeno dell’evasione e delle frodi nel settore dell’Iva, anche attraverso l’anticipazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma esprimiamo la nostra ferma e forte contrarietà all’introduzione dello spesometro trimestrale. Un obbligo del genere non è previsto in nessun Paese ad economia avanzata”, ha affermato Longobardi .
“Le esigenze di anticipazione dei controlli – ha proseguito Longobardi – sono già soddisfatte dal nuovo obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, da effettuarsi con cadenza trimestrale, che permetterà un riscontro più veloce della correttezza e della tempestività dei versamenti e delle compensazioni effettuate dai contribuenti, senza obbligare l’intera platea dei cinque milioni di soggetti titolari di partita IVA ad una comunicazione analitica, ogni trimestre, dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute che costituirebbe un obbligo oltremodo sovradimensionato rispetto alle pur legittime finalità di controllo e di contrasto all’evasione”.
“Un obbligo di comunicazione analitica con periodicità così ravvicinata non è previsto da nessuno dei Paesi ad economia avanzata, comunitario e non, e contraddice sia le raccomandazioni fatte all’Italia da Fondo Monetario Internazionale e Ocse, sia quanto deciso dallo stesso Governo in sede di attuazione della delega fiscale, che ha previsto che lo spesometro trimestrale sia soltanto opzionale”.
I commercialisti chiedono l’abolizione dello spesometro trimestrale o, in alternativa, chiedono “che l’obbligo comunicativo sia previsto con una periodicità semestrale lasciando, in ogni caso, la possibilità, prevista con l’attuale spesometro annuale, di effettuare la comunicazione in forma semplificata, aggregando i dati delle operazioni per singolo cliente/fornitore”. I commercialisti propongono anche di “estendere indistintamente a tutti i soggetti obbligati allo spesometro, le premialità oggi previste per chi esercita l’opzione prevista dalla delega” e di operare “un intervento di drastica riduzione del regime sanzionatorio introdotto”.
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