Buone, anzi, buonissime notizie per il Made in Italy arrivano dall’export, che finalmente si presenta in congiunzione positiva con dati che fanno ben sperare anche per il prossimo futuro.
Si tratta di un recupero che coinvolge tutte le aree, a cominciare dai Paesi più abituali, come Stati Uniti e Cina, ma anche Francia, Spagna e Germania, quest’ultima in pole position tra i dati positivi registrati, perché la ripresa riguarda anche i paesi extra Ue e, in generale, l’Europa intera.
L’impennata è iniziata a novembre 2016, con uno scatto del 5,7% su base annua, che ha dunque evidenziato il miglior dato dallo scorso agosto.
Si tratta di un progresso importante, visibile anche nel dato mensile destagionalizzato (+2,2%), che è riuscito a migliorare il bilancio del 2016, fino a quel momento non particolarmente brillante, se consideriamo che nei primi 11 mesi la crescita è pari allo 0,7%, che raddoppia all’1,5% escludendo dal calcolo l’energia.
Ma quali sono i settori che hanno saputo trainare il Made in Italy verso questo risultato positivo?I dati resi noti dall’Istat dicono che in vetta ci sono i mezzi di trasporto, poi gli autoveicoli, rispettivamente a 18,4 e 13,7%, seguiti da sostanze e prodotti chimici (13,4), farmaceutica (12%) e abbigliamento (9,6%).
Vera MORETTI
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