Piccole e medie imprese del terziario: futuro dell’economia

In occasione del convegno tenutosi a Bergamo “Fare rappresentanza dentro il territorio oltre la crisi, verso la smart land?” organizzato da Imprese & Territorio, Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti è intervenuto per parlare dell’importanza delle pmi del Terziario nell’economia nazionale.
Questo perché le piccole e medie imprese di questo settore, grazie alla flessibilità e alle capacità di dare immediate risposte al mercato, poiché l’economia dei servizi è basata proprio su questo: conoscenza, competenza diffusa, valore del capitale umano e delle nuove tecnologie a cui si affiancano, ovviamente, la forza della tradizione ed il radicamento sul territorio.

Per queste caratteristiche, le pmi del terziario appartengono di diritto alla smart land, che si affianca alla smart city, interagendo e collaborando con essa.

Queste le parole di Vivoli: “Alla base della smart land c’è una cittadinanza che si fa attiva, che si confronta e condivide dal basso progetti di sviluppo, interagendo e integrandosi con istituzioni e attori sociali. È la condivisione di un nuovo modello di città e di territorio su argomenti chiave come la semplificazione amministrativa, la mobilità sostenibile ed il risparmio energetico, suo principale tratto distintivo. Vanno trovati i modi per ragionare attorno ad un nuovo modello di città e di territorio, individuando priorità e condividendo le progettualità che vengono dal basso. Il territorio va re-interpretato con intelligenza, attraverso un progetto unitario di crescita che garantisca un’armoniosa convivenza delle sue componenti, senza asimmetrie, mettendo l’innovazione a servizio del benessere delle persone. E’ necessario pensare quindi a servizi realmente efficaci e godibili, ad una mobilità che favorisca il collegamento tra centro e periferia e non impedisca la fruibilità dei centri storici, valorizzandone il ruolo di insostituibile momento di incontro e socialità”.

Il rapporto tra impresa e territorio è comunque destinato a cambiare ulteriormente, poiché quest’ultimo è sempre meno contenitore e sempre più supporto al servizio dell’impresa.

I nuovi modi di produrre tendono a privilegiare relazioni orizzontali e reticolari e nelle imprese si trova il contributo di tutti gli attori (lavoratori, manager, imprenditori, consumatori, finanziatori), con modalità che avvicinano imprese piccole, medie e grandi, di artigianato, industria, commercio, turismo e servizi; la necessità di nuovi modi di associazione e rappresentanza degli interessi in gioco è evidente. Le associazioni delle imprese e dei lavoratori hanno ancora carte da giocare, sono ancora necessarie per lo sviluppo integrato dei territori, riducendo al minimo gli elementi di ritualità nel dialogo sociale e centrando l’attenzione sui progetti, le idee, i percorsi. Gli enti intermedi come il nostro, che stanno mettendo in pratica il cambiamento, anche nei rapporti con le imprese, saranno centrali nella ripresa economica. Ma certo, anche la rappresentanza, le Associazioni debbono cambiare. E’ necessaria una semplificazione: la nascita di Rete Imprese Italia è stata una risposta concreta, che sta gradualmente prendendo piede anche a livello locale. Le organizzazioni stanno diventando sempre più attivatrici e coordinatrici di reti di piccole imprese (associate e non) e creatrici di percorsi di sviluppo imprenditoriale”.

Vera MORETTI

Direttore

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