Se da una parte la crisi economica è finita, dall’altra la ripresa, almeno in Italia, è molto lenta ed esigua, tanto da avere un tasso tra i più bassi d’Europa.
Per poterci mettere in pari con i Paesi Ue, dunque, occorre una manovra che sia in grado di permettere maggiori investimenti, ma anche agevolazioni che possano garantire ai giovani una definitiva entrata nel mondo del lavoro. E si tratterebbe solo dell’inizio, come ha espresso Giorgio Merletti, presidente di Rete Imprese Italia all’Audizione sul Documento di Economia e Finanza svoltasi davanti alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Merletti ha voluto sottolineare la necessità di risposte rapide e concrete alle imprese, che purtroppo sono caricate da un peso fiscale non indifferente, e che, invece, avrebbero bisogno di maggiore flessibilità.
Le richieste di RTI, inoltre, si estendono alla necessità di prseguire l’azione di governo per cogliere le residue opportunità legate al Quantitative Easing che ha consentito una spesa per interessi pari al 4% del Pil, che equivale al livello del 1980, e il calo del 13,7% dei prezzi delle commodities energetiche importate tanto da far calare nel 2016 la bolletta energetica all’1,6% del Pil, il miglior risultato dal 1999.
Come INT, anche Rete Imprese Italia ha espresso parere contrario all’applicazione dello split payment, colpevole di togliere liquidità alle imprese, anche a causa dei rimborsi Iva che non avvengono mai entro i previsti 3 mesi.
A riduzione del carico fiscale sulle imprese, RTI propone dunque l’aumento della franchigia Irap, la deducibilità completa dell’Imu pagata dalle imprese sugli immobili produttivi e l’accorpamento di Imu e Tasi. Sul fronte dei costi energetici a carico delle piccole imprese, Rete Imprese Italia sollecita il riequilibrio degli oneri generali del sistema elettrico, pari a 16 miliardi di euro, che oggi gravano soprattutto sulle piccole imprese e che vanno spostati sugli energivori.
Vera MORETTI
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