Le cifre da capogiro della manifattura italiana

Che l’Italia abbia una vocazione manifatturiera è ben noto, tanto che il suo settore ha registrato ottime performance e, negli ultimi due anni, ha saputo crescere ed aumentare la produzione con un incremento dell’1,9%, superiore addirittura alla media dell’Eurozona, ferma a 1,5%.
E non si tratta solo delle grandi aziende, perché la manifattura Made in Italy, anche per quanto riguarda le piccole imprese, si conferma ai massimi del 7% del PIL.

Questi risultati collocano l’Italia come secondo Paese europeo per valore aggiunto manifatturiero dietro alla Germania, ma si trova al primo posto nell’Unione europea per numero di occupati nel settore manifatturiero in micro e piccole imprese, quelle, per intenderci, che contano fino a 20 addetti. Il numero totale è arrivato a quasi 2 milioni di addetti.

Altra nota positiva è quella territoriale, poiché tra le prime 20 regioni dei principali Paesi dell’UE, che sono, oltre all’Italia, anche Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, sei sono italiane.
La regione italiana con il più elevato peso dell’occupazione manifatturiera è quella delle Marche, che si posiziona al quarto posto tra le 145 regioni delle maggiori economie dell’Unione, con una quota di occupazione nel settore manifatturiero del 29,6%. Segue, in nona posizione, il Veneto con una quota del 28,0%, all’undicesimo posto si trova l’Emilia-Romagna con una quota del 26,7%, ed al dodicesimo posto si trova la Lombardia con una quota del 26,4%; seguono al quindicesimo posto il Piemonte con una quota di occupati manifatturieri del 25,7% e al diciottesimo posto il Friuli Venezia Giulia con una quota del 25,1%.

Vera MORETTI