Nel Rapporto Annuale 2017 presentato da Istat emerge un profondo cambiamento della società italiana e delle classi sociali: sono stati individuati nove gruppi sociali, con una maggioranza netta di famiglie di impiegati e di operai in pensione e la sparizione di borghesia e classe operaia.
Per arrivare al risultato finale, sono stati presi in considerazione la situazione professionale, la cittadinanza, il titolo di studio, il numero di membri della famiglia, associando quindi alla componente economica quella culturale e quella socio-demografica.
Ci sono dunque i giovani blue collar e le famiglie degli operai in pensione con reddito medio; quindi, le famiglie a reddito basso con stranieri, quelle a reddito basso di soli italiani, le famiglie tradizionali della provincia e il gruppo formato da anziane sole e giovani disoccupati; infine, le famiglie benestanti di impiegati, le famiglie con pensioni d’argento e infine la classe dirigente.
La spesa media per consumo va da un minimo di 1.697 euro per le famiglie a basso reddito con stranieri a un massimo di 3.810 euro per la classe dirigente, con una media di 2.499 euro.
Borghesia e classe operaia sono state assorbite rispettivamente dalle famiglie di impiegati, operai in pensione e famiglie tradizionali che vivono in provincia, mentre la classe operaia si è suddivisa tra i giovani blue-collar e le famiglie a basso reddito.
Giorgio Alleva, presidente dell’Istat, ha dichiarato: “La ripresa, a causa dell’intensità insufficiente della crescita economica, stenta ad avere gli stessi effetti positivi diffusi all’intera popolazione. L’Italia ha consolidato il processo di ripresa iniziato nel 2015. Nella fase di ripresa attuale il processo di crescita stenta tuttavia ad affermarsi pienamente”.
Vera MORETTI
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