Formaggi Made in Italy sempre più apprezzati all’estero

I formaggi Made in Italy vanno forte all’estero, ma non altrettanto si può dire quando si tratta del mercato nazionale.
Questo è il quadro presentato da Giuseppe Ambrosi, presidente riconfermato di Assolatte, durante l’assemblea che ne ha sancito la rielezione.

Se, grazie all’export, che a fine 2016 ha superato le 388mila tonnellate per un controvalore di 2,4 miliardi, e un incremento del 7%, la bilancia commerciale si è chiusa con un attivo di 867 milioni, è anche vero che tra i confini domestici l’industria lattiero casearia si sta dimostrando sofferente, sia a causa della stasi dei consumi, sia a causa del cambiamento, in alcuni casi radicale, delle abitudini alimentari delle famiglie, che sempre più spesso scelgono prodotti sostitutivi.

E proprio questa tendenza ha fatto scendere del 19,1% gli acquisti di formaggi, del 24,8% quelli di latte, del 15,4% quelli di yogurt, a vantaggio del consumo di prodotti di origine vegetale.

Ma, sebbene questo sia lo scenario attuale, negli ultimi tre mesi un campione di aziende ha mandato un segnale di controtendenza con una media del +4,9% di aumento dei fatturati. In particolare (+7,3%) per le piccole aziende, considerate più aggressive, flessibili e veloci nel rispondere alle variazioni di mercato e di acquisto.

Ha detto Ambrosi in proposito: “Però è presto per tirare un sospiro di sollievo perché la strada da percorrere è ancora lunga e difficile. Il gap tra l’Italia e gli altri Paesi si allarga in modo preoccupante. Occorre lavorare alle vere criticità del nostro Paese, prima tra tutte la scarsa competitività, che è all’origine di buona parte dei nostri problemi. Le inefficienze del sistema-Paese si trasformano in costi che solo le imprese italiane devono sostenere. Costi che ci fanno essere meno competitivi dei colleghi europei, che provocano inefficienze e portano alla chiusura delle imprese. Costi che, purtroppo, stimolano anche la delocalizzazione”.

Per quanto riguarda le esportazioni, invece, i formaggi italiani piacciono sempre di più, con la Francia primo acquirente mondiale (82.234 tonnellate, + 8%) ma molto bene sono andati anche i mercati di Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Cina, Giappone, Corea del Sud a cui si aggiungo performance interessanti nei Paesi Baltici e dell’Est Europa.

Tra le tipologie, i più apprezzati sono i formaggi freschi, dei quali si sono esportate ben 123 mila tonnellate, e tra questi ovviamente la mozzarella la fa da padrona, tanto da aver raggiunto le 84mila tonnellate con un aumento dell’11%, per un valore che supera i 392 milioni di euro.
Al secondo posto grana padano e parmigiano reggiano, con 89mila tonnellate (+4,1%) e 820 milioni di euro (+7%). Significativo anche il contributo del gorgonzola, che supera le 20mila tonnellate e i 119 milioni di euro.

Vera MORETTI