L’export Made in Italy è in ottima salute

Il Made in Italy sembra godere di ottima salute, tanto che, da quest’anno e almeno fino al 2020, sembra che il suo export sia destinato a salire del 4%, invece dell’1,7% di media che si era registrato negli ultimi anni.
Queste cifre sono state presentate dal rapporto Italy Unchained sull’export elaborato da Sace e appena presentato nella sede della Borsa Italiana a Milano.

La percentuale in netto aumento sta a significare una sola cosa: non ci sono solo i mercati più affezionati ai prodotti italiani a trainare le esportazioni, ma anche quelli emergenti, che stanno quindi registrando exploit davvero sorprendenti.
Non solo, dunque, Nord America e la zona dell’Asia e del Pacifico, ma tutti i mercati sembrano rispondere positivamente al Made in Italy, nonostante gli ostacoli della Brexit, della politica scelta da Trump e delle guerre in Medio Oriente.

Andando più nel dettaglio, se la parte del leone è ancora quella degli Stati Uniti (+4,9%) e dell’Asia (+4,6%), con Cina, India e Indonesia in pole position, va bene anche l’Europa avanzata (+3,4% e una prospettiva di 41 miliardi da qui al 2020), e l’Europa emergente (+2,9%).

Più contenuti Medio Oriente, e Nord Africa (+2,1%), che comunque tengono nonostante le difficoltà geo-politiche, mentre un segnale di ripresa arriverà dall’America Latina, che torna in positivo dell’1,7% nel 2017, dopo una brusca frenata nel 2016 (-6%).
Meno bene l’Africa sub-sahariana, che invece andrà solo verso una lieve stabilizzazione (-0,4%), nonostante le isole felici di Ghana, Kenya e Senegal.

Secondo queste più che rosee previsioni, inoltre, a fine 2020 l’export italiano sfiorerà i 490 miliardi, con una progressione che prevede 433 miliardi nel 2017, 450 nel 2018 e 468 nel 2019.

Per quanto riguarda i settori nei quali è prevista una maggiore crescita, spicca la chimica, che registrerà il tasso di crescita più elevato (6,3% nel 2017 e 5,8 nel 2018-2020), poi la meccanica industriale, che anche nel nuovo quadriennio ripeterà le ottime performance registrate nel 2016, aumentando ulteriormente del 2,2%. I mezzi di trasporto registreranno un aumento del 5% nel 2017 e del 5,4% tra il 2018 e il 2020.

Vera MORETTI